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La vera gioia


Ascolta la Parola

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.
Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.
E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».

Gv 3,14-21

Riflessione biblica

Oggi è la “domenica in laetare”, la domenica di gioia all’interno del cammino penitenziale della Quaresima che stiamo percorrendo già da un mese.

In realtà ogni domenica è una celebrazione di gioia e tutte le nostre celebrazioni e atti di preghiera dovrebbero condurci alla gioia.

Il Vangelo di oggi sembra stonare con questa chiamata alla gioia. Si parla di condanna, di Gesù a essere innalzato sulla croce, di una luce che tendiamo a nascondere dentro di noi. Cosa tutto questo ha a che vedere con la gioia?

La fede cristiana si basa su un’esperienza. È sempre il frutto del riconoscimento dei nostri peccati e fragilità che incontra lo sguardo misericordioso di Dio che ci ama e ci accoglie così come siamo.

È da quest’incontro che nasce la gioia vera, quella che nessuno potrà mai strapparci. È la gioia di chi si sente amato per quello che è. È la gioia del credente che si sente accolto e amato dal Suo creatore, nonostante i suoi peccati e cadute. È lo sguardo dell’uomo che si accorge di essere guardato e amato da Dio ancor prima di cercarlo.

E nessuno potrà mai strapparci da questa gioia perché non dipende da nessun fattore esterno. Fa parte del nostro stesso DNA, quello di essere figlie e figli amati da Dio.

E la prova che Dio ci ama così come siamo è che altrimenti ci avrebbe fatto in un altro modo. Se ci ha fatti così è perché ci vuole e ci ama così come siamo. È proprio questo il significato dell’espressione che noi siamo fatti “a sua immagine e somiglianza”.

Non smettiamo di gioire! E se non abbiamo ancora sperimentato questa gioia così grande, la Quaresima è forse il tempo opportuno per cominciare.









Lampada ai miei passi

Pietro Rossini

Pietro Rossini, é un prete missionario Saveriano. Attualmente vive a Parma. Ha studiato giornalismo presso Boston University. Ha studiato Propedeutico presso Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale - Sez. San Tommaso

Riflessioni Bibliche