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È rimasto con noi

Teresina Caffi mmx
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10 Aprile 2018

Luca ha una straordinaria sintonia con noi, i venuti dopo. Anche lui infatti non ha visto né ascoltato il Maestro, se non attraverso le testimonianze lette e ascoltate di cui parla all’inizio del suo vangelo. Insiste su quello che fonda la sua fede di uomo venuto dopo e che può fondare anche la nostra, lungo i secoli.

La testimonianza delle Scritture e di Gesù che, citandole, annunciava la sua risurrezione dopo la morte. La testimonianza di coloro che lo hanno visto e toccato prima e dopo la sua risurrezione.

L’incontro del Risorto con i suoi ha tutti i segni della concretezza. I discepoli passano dalla tristezza, allo stupore, a una gioia che, pervasa dallo Spirito, metterà loro ali per testimoniarlo al mondo. Anche a noi, che quel giorno non c’eravamo.

Noi, venuti dopo, non abbiamo perso questo straordinario incontro. Il passo di oggi si apre con l’annuncio dei due di Emmaus, che hanno riconosciuto Gesù “nello spezzare il pane”, e si chiude con l’invito di Gesù a fare memoria delle sue parole e di quelle delle Scritture, credendo ai suoi testimoni.

Questa è la nostra avventura. Gesù è presente oggi, risorto e vivo come quel giorno a Gerusalemme, e la sua presenza abbraccia ormai in contemporanea il mondo intero. La sfida è credere, attraverso i segni offerti da Gesù: la Parola, che è anche la voce dei suoi testimoni, e il Pane spezzato.

Segni umili, a portata di mano. Di più: sacramenti, luoghi di reale presenza e incontro. Il problema non è la sua assenza, ma la nostra, alla sua presenza. Il problema è, per noi che ci diciamo credenti, moltiplicare riti e messe senza credere davvero che un incontro straordinario avviene, senza lasciarci “ardere il cuore”. Una messa ci può piacere o meno secondo l’omelia, i canti… la lunghezza. Ma spesso forse ci sfugge l’aspetto essenziale: che lui è lì, che lui ci parla nella parola, ci spezza il pane.

Ne usciamo a volte con il senso di un dovere compiuto, non con le ali ai piedi e la luce al volto come dopo un incontro d’amore. Solo chi, credendo, vive un reale incontro può trovare in lui la gioia di annunciare nel suo nome, da casa sua fino al mondo intero, la vita nuova che comincia col perdono dei peccati lavati dalla sua vita data per noi.

III Domenica di Pasqua, Anno B, 15 aprile 2018

Letture: At 3,13-15.17-19; Sal 4; 1Gv 2,1-5a; Lc 24,35-48