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Bisogna crederci!

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24 Giugno 2023

L'impegno per la promozione della donna é stato preso dall'inizio della missione qui con il popolo mousey, a Berem, nel Ciad. Già le prime missionarie arrivando qui, hanno svolto questo tipo di lavoro, per aiutare le donne nel loro processo di sviluppo. Lavoriamo in un contesto rurale, dove ogni anno le attività ricominciano ciclicamente. Ci sono diversi fattori socio-culturali che fanno sì che le attività non abbiano una continuità lineare.

Esistono nelle nostre società consuetudini che svalutano le donne, che favoriscono l'esodo di massa dei giovani, i matrimoni precoci, l'impoverimento delle donne rurali, l'analfabetismo, la scarsa frequenza scolare delle ragazze, la crisi del tessuto famigliare e altre.

Tenendo presenti gli aspetti sociali che coinvolgono il ruolo delle donne nella società, nel 2020 la nostra comunità ha ritenuto necessario riprendere le attività di promozione delle donne e delle ragazze. Infatti, "la promozione delle ragazze e delle donne è meno favorita di quella dei ragazzi e degli uomini. Ci sono ancora molte pratiche che umiliano le donne, le degradano in nome della tradizione ancestrale" (Benedetto XVI in Africae Munus,56).

In Ciad le donne rappresentano più della metà della popolazione (51%), soprattutto nelle zone rurali (81%). Nonostante l'importanza numerica e la presenza delle donne in tutti gli ambiti della vita socio-economica, il loro coinvolgimento nelle attività produttive e anche dei molteplici impegni assunti a loro favore, una donna, soprattutto una donna contadina, trova molti ostacoli che la confinano in secondo piano nella società.

"Spesso sono private del frutto del loro lavoro, discriminate nel riconoscimento dei loro diritti più elementari, escluse dai luoghi di decisione, anche quando ne é coinvolta la vita. Sono schiacciate dal peso delle restrizioni socioculturali, tabù, divieti e, difficilmente usufruiscono delle innovazioni tecnologiche " (M. Nganbet Kosnaye, ciadiano, laureato in Scienze Economiche e politiche, 2002).

Tuttavia le donne svolgono molti ruoli nella società e contribuiscono all'economia e allo sviluppo come madri, mogli e agenti economici. La situazione di guerra che ha vissuto il Paese e la crisi socioeconomica, hanno fatto diventare la donna la prima responsabile della famiglia, é lei la forza principale nel lavoro della produzione agricola, anche se lei, nella società non ha potere di decisione sull'utilizzo dei prodotti. Nelle città isolate dalla capitale, persistono ancora gli stereotipi che definiscono le donne esseri inferiori, annichilendo in loro ogni spirito di auto affermazione, indipendenza e intraprendenza. Di fronte a queste e ad altre situazioni, abbiamo pensato di privilegiare nel nostro lavoro la creazione di un laboratorio di cucito, di formazione umana e alfabetizzazione per giovani e donne.

Il nostro obiettivo é quello di poter contribuire alla riduzione dell'analfabetismo, valorizzando gli stereotipi che presentano le donne come esseri inferiori. Il nostro lavoro é una piccola scintilla nella complessità dell'ambiente socioculturale, tuttavia, cerchiamo di usare una metodologia che miri a un approccio partecipativo e che aiuti nel potenziamento personale.

donne

Nello svolgere il nostro lavoro troviamo numerose sfide: come la mancanza di strutture e mezzi fisici ed economici, la mancanza di personale capace di formare le donne in un'ottica che integri ed includa; approfondire la conoscenza dell'ambiente culturale e sociale, oltre alla grande sfida di passare da una pastorale di manutenzione a un progetto dinamico ed efficace per l'integrazione delle donne nel processo di sviluppo. Abbiamo anche rilevato la difficoltà di svolgere un "lavoro d'insieme" tra le stesse donne, per migliorare le loro condizioni sociali, considerando che la rassegnazione é stabilita come regola.

Durante le attività abbiamo riscontrato tante gioie che non lasciano spazio alla rassegnazione di fronte alle sfide. Essere una presenza attiva tra le donne é già un invito a tutti, comprese le sfere pubbliche, a dare priorità alle donne nel rispetto della loro dignità e dei loro diritti.

Bisogna credere sempre che le donne sono capaci di essere presenti nelle riflessioni e nei processi decisionali che portano a un cambiamento di mentalità. Bisogna credere sempre nelle loro potenzialità senza perdere la speranza. Ci sono comunque fattori favorevoli per loro, studentesse, dipendenti pubbliche, insegnanti, dirigenti nel settore pubblico e privato. Sono un esempio per le altre donne in quanto forza motrice nel risveglio di una società basata sulle pari opportunità.

Di fronte alla grande sfida della missione in Ciad, continuo a credere che l'amore sia la forza più grande che trasforma la realtà e che non c'é amore senza giustizia, verità e solidarietà.

Rosangela Dos Santos

Formada em Ciências Sociais pela Universidade Estadual de Londrina — UEL. Licença em Ciências Sociais, Especialização em Doutrina Social da Igreja pela Pontifícia Universidade Gregoriana -Roma. Desenvolveu sua missão no Pará, norte do Brasil, formação de comunidades das Juventudes. Trabalhou na Pastoral do Menor e participou ativamente da Rede Um grito pela Vida, Região Norte, que atua no combate do Tráfico de Pessoas. Atualmente desenvolve sua Missão no Chade.