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Conversazione alla vigilia della partenza

Giuseppina Romanazzo mmx
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23 Gennaio 2018

Il 27 gennaio Giuseppina torna in Congo, dove ha già vissuto ventisette anni.

Pensando al mio ritorno in Congo dopo una sosta in Italia di circa sei anni, vedo davanti a me un orizzonte che si apre su una realtà non percepita prima come la sento ora.

Al di là del distacco di lasciare un vissuto fatto di cose pur belle, avverto in questa partenza di ricevere un rinnovato dono.

In Signore investe su di me tutti i suoi beni! Quest’affermazione mi fa rabbrividire di gioia e di responsabilità. Il Signore mi dice: “La mia ricchezza di grazia, bontà, misericordia, perdono, amore, la investo su di te con larghezza, gratuità e fiducia”.

Ma cosa ti aspetti, Signore, da me? Mi confida: “Che questi beni non siano sperperati, sciupati, goduti solo da te! Te li consegno con immensa fiducia perché tu possa lasciarli scorrere verso i fratelli e sorelle che incontrerai sul tuo cammino. Non chiudere questi beni nel tuo cuore, nel tuo io, ma donali gratuitamente, così come li ricevi”.

Avverto che il Signore Gesù con il suo Vangelo si consegna a me, sua povera creatura perché, nella condivisione di questi beni preziosi, la sua presenza sia più visibile nel mondo e lui, notizia della vera gioia, raggiunga i cuori affaticati e oppressi ristorandoli col suo respiro di vita.

Egli mi chiede: “Sei pronta a collaborare con me?”. Mi guardo dentro, mi ritrovo un “vaso di creta” fragile e inadeguato a portare questo grande amore. Sono un vaso di creta facile a infrangersi, eppure prezioso perché scelto e abilitato da Lui!

Questa è la mia gioia di partire, ritornare in Congo con Lui, perché Egli sia la vera gioia per molti, annunciata, cercata insieme e condivisa. Con David Maria Turoldo prego: “Rendici degni, Signore, di essere tuoi testimoni davanti a tutti i poveri del mondo, davanti a quanti ti cercano, o Dio; e tutti sappiano come ti servi di noi: di noi, perché fra tutti siamo i più meschini”.

Nella foto Giuseppina è la prima a destra