10) Impegnarci a riconoscere con urgenza i ministeri ecclesiali già esistenti nelle comunità, esercitati da agenti pastorali, catechisti indigeni, ministre e ministri della Parola, valorizzando in particolare la loro attenzione ai più vulnerabili ed esclusi.
11) Rendere effettiva nelle comunità a noi affidate il passaggio da una pastorale della visita a una pastorale della presenza, assicurando che il diritto alla mensa della Parola e alla mensa dell’eucaristia diventi effettivo in tutte le comunità.
12) Riconoscere i servizi e la vera e propria diaconia del gran numero di donne che oggi guidano comunità in Amazzonia e cercare di consolidarli con un adeguato ministero di leader femminili di comunità.
13) Cercare nuovi percorsi di azione pastorale nelle città in cui operiamo, con protagonismo dei laici e dei giovani, con attenzione alle loro periferie e ai migranti, ai lavoratori e ai disoccupati, agli studenti, agli educatori, ai ricercatori e al mondo della cultura e della comunicazione[9].
14) Assumere davanti all’ondata del consumismo uno stile di vita gioiosamente sobrio, semplice e solidale con chi ha poco o nulla; ridurre la produzione di rifiuti e l’uso della plastica, favorire la produzione e la commercializzazione di prodotti agro-ecologici, utilizzare il trasporto pubblico quando possibile.
15) Metterci al fianco di coloro che sono perseguitati a causa del loro servizio profetico di denunciare e riparare le ingiustizie, di difendere la terra e i diritti dei più piccoli, di accogliere e sostenere migranti e rifugiati. Coltivare vere amicizie con i poveri, visitare le persone più semplici e gli ammalati, esercitando il ministero dell’ascolto, della consolazione e del sostegno che danno sollievo e rinnovano la speranza.
Consapevoli delle nostre fragilità, della nostra povertà e piccolezza di fronte a sfide così grandi e gravi, ci affidiamo alla preghiera della Chiesa. Che soprattutto le nostre comunità ecclesiali ci aiutino con la loro intercessione, l’affetto nel Signore e, quando necessario, con la carità della correzione fraterna.
Accogliamo con cuore aperto l’invito del cardinale Hummes a lasciarci guidare dallo Spirito Santo in questi giorni del Sinodo e nel ritorno nelle nostre Chiese: «Lasciatevi avvolgere dal mantello della Madre di Dio, Regina dell’Amazzonia. Non lasciamoci sopraffare dall’autoreferenzialità, ma dalla misericordia davanti al grido dei poveri e della terra. Sarà necessario pregare molto, meditare e discernere una pratica concreta di comunione ecclesiale e di spirito sinodale. Questo Sinodo è come una mensa che Dio ha imbandito per i suoi poveri e ci chiede di servire a quella mensa»[10].
Celebriamo questa eucaristia del Patto come «un atto di amore cosmico»: «Sì, cosmico! Perché anche quando viene celebrata sul piccolo altare di una chiesa di campagna, l’eucaristia è sempre celebrata, in certo senso, sull’altare del mondo». L’eucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato. Il mondo, che è uscito dalle mani di Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione: nel Pane eucaristico «la creazione è protesa verso la divinizzazione, verso le sante nozze, verso l’unificazione con il Creatore stesso». Perciò l’eucaristia è anche fonte di luce e di motivazione per le nostre preoccupazioni per l’ambiente, e ci orienta ad essere custodi di tutto il creato»[11].
Alcuni padri del Sinodo sull’Amazzonia
Testo pubblicato nel sito: http://www.settimananews.it/
Note ——————-
[1] Omelia di papa Francesco nella Messa di apertura del Sinodo, Roma 6 ottobre 2019.
[2] Patto per una Chiesa serva e povera. Catacombe di Santa Domitilla, Roma, 16 novembre 1965. Al Patto, sottoscritto da 42 concelebranti, in seguito aderirono circa 500 padri conciliari.
[3] DAp 98, 140, 275, 383, 396.
[4] «Allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente. Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l’uomo che aveva plasmato».
[5] «… comportatevi con timore nel tempo del vostro pellegrinaggio” (1 Pt 1, 17b); e “carissimi, io vi esorto, come stranieri e pellegrini…» (1 Pt 2, 11).
[6] «E Dio disse: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza, e domini sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutte le bestie selvatiche e su tutti i rettili che strisciano sulla terra’. Dio creò l’uomo a sua immagine, a immagine di Dio lo creò, maschio e femmina li creò».
[7] «Dio disse: ‘Ecco il segno dell’alleanza che io pongo tra me e voi e tra ogni essere vivente che è con voi per le generazioni eterne. Il mio arco pongo sulle nubi es esso sarà il segno dell’alleanza tra me e la terra. Quando radunerò le nubi sulla terra e apparirà l’arco sulle nubi ricorderò la mia alleanza che è tra me e voi e tra ogni essere che vive in ogni carne e non ci saranno più le acque per il diluvio, per distruggere ogni carne. L’arco sarà sulle nubi e io lo guarderò per ricordare l’alleanza eterna tra Dio e ogni essere che vive in ogni carne che è sulla terrà. Dio disse a Noè: ‘Questo è il segno dell’alleanza che io ho stabilito tra me e ogni carne che è sulla terra».
[8] «Allora Pietro, cominciando a parlare, disse: In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali, ma che in qualunque nazioni chi lo teme e opera giustamente gli è gradito» (At 10, 34-35).
[9] Cf. DSD 302, 1.3
[10] Claudio Hummes, Prima Congregazione generale del Sinodo amazzonico. Relazione introduttiva del Relatore generale, Roma, 7 ottobre 2019 (BO 792).
[11] Laudato si’, n. 236.
Foto: Roma, 20 ottobre 2019. Catacombe di santa Domitilla. La firma del Patto delle catacombe per la casa comune