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Rompo il digiuno...

Carlo Salvadori sx
681
10 Novembre 2017

Da un bel po’ di tempo non vi scrivo più e come ragione il sovraccarico di lavoro. Luglio e Agosto sono stati mesi di grande lavoro e di grande “raccolta” di doni umani e spirituali con l’arrivo di giovani spagnoli e italiani.

 

Cari amici e amiche della missione, che bella questa avventura! Dal 3 al 16 agosto abbiamo vissuto una “missione a due posti”, da una parte io con i miei giovani di Douala (Missio), dall’altra mio fratello don Paolo con i giovani universitari della Parrocchia S. Cuore. Waw, che esperienza magnifica! Nel primo periodo siamo andati a Baturi, nel secondo a casa nostra, a Douala. Certamente la parola chiave di questa esperienza era: MISSIONE. Missione a Batouri, piccola città all’Est del Camerun, nella zona più depressa ma anche più ricca del paese.

Qui c’è di tutto: foreste, fiumi, carne, pesce, verdura, oro, diamanti... Ecco una prima domanda, stridente: “come è possibile che in una terra così ricca ci siano bambini che muoiono di fame?” La nostra meta a Baturi erano i Profughi del Centro Africa. Strano che un gruppo di giovani italiani vada alla ‘ricerca’ di coloro che arrivano quotidianamente sulle coste del Bel Paese. E che “a casa loro” si sentano accolti, amati e presi in considerazione. A Baturi si realizza il detto di mio fratello Giovanni: “il vero oro e i diamanti sono la gente che ho davanti”. Sì cari amici, se aveste potuto vedere l’accoglienza nei villaggi di Kette e Bubara era commovente. Gente che non aveva niente ma con un grande sorriso e desiderio di conoscerci. All’ospedale regionale abbiamo toccato con mano le conseguenze della guerra in Centrafrica. Infatti migliaia di Foulbé (etnia di allevatori) hanno dovuto percorrere migliaia di Km a piedi per arrivare in Camerun.

Una seconda parola chiave è stata: INSIEME. Giovani camerunesi di Douala e giovani italiani di Parma, abbiamo condiviso due settimane da sogno, realizzando il sogno di Conforti di fare del mondo una sola famiglia. A Baturi: si viveva insieme e essenzialmente (natura, docce col secchio, cucina col fuoco…). I giovani camerunesi ogni mattina alle 6 si svegliavano e facevano il bucato per tutto il gruppo. A Baturi, tre giovani ragazze ci facevano da mangiare. Insieme abbiamo viaggiato, insieme abbiamo ballato, abbiamo pianto, abbiamo riso, abbiamo cantato, abbiamo pregato. Per una volta abbiamo fatto tacere “IO” e abbiamo vissuto il “NOI”. Ecco un regalo che ci siamo fatti in questi giorni.

Una terza parola: SPIRITUALITA’ I giovani di Parma hanno detto dei giovani di Douala: “la loro spiritualità è gioia e vitalità. Forse, perché nella spiritualità trovano davvero la felicità”. Mentre i giovani di Douala hanno detto dei giovani di Parma: “erano talmente pii, e concentrati nelle preghiera”. Il Signore era all’inizio e alla fine di ogni nostra attività. E’ stato semplice vivere alla sua presenza. I giovani hanno messo del loro, molto, tutto e Gesù ha fatto il resto, un po’ come nella pagina della moltiplicazione dei pani. Cari amici, in conclusione cosa dire? Sono dieci anni che mi trovo in Africa, nelle parole di Emanuele la mia esperienza: “quello che volevo fare venendo in Africa era conoscere le varie realtà, potendo dare il mio aiuto. Alla fine, invece, le relazioni, la conoscenza dei giovani sarà la cosa che ricorderò di più. Attraverso loro ho conosciuto davvero l’Africa. Grazie ragazzi, per questo sogno che si e’ realizzato nella mia vita. GRAZIE SIGNORE!