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Credere anche se è buio

Matsushita Mayumi Francesca
1112
16 Aprile 2013

A volte nella vita si sperimenta il “silenzio di Dio”: è allora che la fede è chiamata a crescere e diventa ancora più preziosa agli occhi di Dio.

  • Una testimonianza dal Giappone, trasmessaci da Luisa Gori.

Quando frequentavo le superiori, decisi di seguire delle lezioni di pianoforte nei locali della chiesa cattolica di Izumi (Osaka). Fu così che incontrai un padre Saveriano, dell`età dei miei genitori. Mi presentai insieme a un’amica e fummo accolte con molta gentilezza. Vi tornammo alcune volte e imparammo molte cose.

Gli anni passarono. Quando mi sposai, la prima telefonata di congratulazioni venne da quel Padre. Ne fui molto sorpresa e così pure mio marito! In momenti di difficoltà scrivevo al Padre e ricevevo sempre pronta risposta.

Un momento assai duro per me fu circa quindici anni fa quando, per malattia, dovetti lasciare per un tempo mio marito e le due bambine. Chiesi allora per la prima volta al Padre di studiare il Cristianesimo.

Per vicende varie, passarono altri cinque anni prima che arrivassi al battesimo. Durante quel tempo, andavo a Messa la domenica, ma non avevo ancora compreso il valore dell`Eucarestia, tanto che alcune volte lasciai la chiesa prima che venisse distribuita la comunione.

Nell’ultima tappa di preparazione al battesimo, mi accompagnò una sorella saveriana, Luigina. Poco a poco, scoprii la grandezza del dono lasciatoci dal Signore Gesù e la gioia che ci veniva elargita. Ricevuto il battesimo, cominciai a frequentare un gruppo biblico, che mi fu di grande aiuto per approfondire la fede.

Quattro anni dopo, mio marito si ammalò gravemente. Ogni mattina facevo il possibile per partecipare alla Messa, per pregare per lui e ottenere forza e coraggio. Una volta mia suocera lo raccontò a mio marito, che ne fu molto contento e grato, anche se né lui né mia suocera erano cristiani. Pochi mesi dopo, a 47 anni, mio marito ci lasciò per sempre. Due anni anche mio padre morì e l`anno successivo mia madre.

Scossa da questi avvenimenti, mi sentivo triste e sola.

Continuai però a partecipare alla Messa e al gruppo biblico. In questo periodo faccio attività di volontariato in una casa per anziani e mi unisco talvolta al gruppo della Parrocchia che visita ogni mese i nostri ammalati. Portare loro l`Eucarestia è anche per me motivo di gioia grande.

È grazie all`Eucarestia, infatti, che trovo la forza di continuare con serenità il cammino della vita.