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Una porta nuova

Paolo Kenji e Rut Naomi Iwai
1702
18 Dicembre 2012
Kenji Iwai, professore di lettere e scrittore, ha fatto, insieme alla moglie Rut Naomi, un cammino di fede verso la chiesa cattolica. Luisa Gori ne ha raccolto la testimonianza.

Quando sarà stato il mio primo incontro con il Cristianesimo? Ricordo vagamente, nei primi anni delle elementari, un viaggio di famiglia a Yamaguchi, la città dove Francesco Saverio svolse la sua missione. Tra i luoghi visitati, ricordo un edificio particolare, forse era una chiesa. Di quel viaggio mi è rimasto sullo scaffale un piccolo crocifisso.

È vivo invece nella mia memoria un viaggio fatto a Nagasaki da studente con la mia classe. Visitammo chiese avvolte in atmosfere solenni, ma il mio primo vero incontro con il Cristianesimo avvenne quando in quel viaggio entrai furtivamente tutto solo in una piccola chiesa: lì per la prima volta avvertii qualcosa di straordinario.

Quasi vent’anni dopo, nella Pasqua del 2004 insieme con mia moglie ricevetti il Battesimo in una chiesa protestante. Il Signore è davvero paziente, non ha fretta: l’ho potuto constatare tante volte nella mia vita.

Poco tempo dopo, con un forte senso di timore, bussai alla porta della chiesa cattolica. Come si aprì e feci il primo passo, sentii che lì erano state preparate per me splendide grazie. Incontrai alcuni sacerdoti giapponesi e sorelle saveriane e vidi che il Signore mi apriva una nuova strada.

Il 23 aprile 2011, alla veglia di Pasqua, mia moglie e io siamo entrati nella chiesa cattolica di Amagasaki (Osaka) dove lavora P. Giovanni D’Elia, saveriano. Durante il rito di accoglienza abbiamo ricevuto il sacramento della Cresima. Quando, alla fine della Messa, il padre ha detto: “Andate in pace”, ho volto lo sguardo verso di lui e poi verso il grande Crocifisso sulla parete. “Rendiamo grazie a Dio”, ho mormorato sommessamente.

Per me credere è vivere. So di essere libero: ci è lasciata, infatti, anche la libertà di allontanarci da Dio.

Grazie però al suo amore, ci viene concessa la libertà di tornare a Lui. Allontanarsi da Dio e ritornare a Lui: fra questi due momenti ci viene dato il tempo per pensare e riflettere.

Quante volte mi è stato dato questo tempo per andare e per tornare! Tempo per passare da pensieri superficiali a pensieri più profondi, per guardare in profondità dentro di me, soffrirne, superare quei momenti e sperimentare nuovamente la gioia! Vivere è accogliere questo alternarsi di esperienze e assaporarle fino in fondo, come occasione preziosa per valorizzare più pienamente le capacità che il Signore ci dona. Mi sono proposto di mantenere ferma e viva la mia fede e di valorizzare per quanto posso i doni che mi sono stati dati.

Non voglio accontentarmi di una comunione e di un servizio solo di facciata.

Paolo Kenji e Rut Naomi Iwai.