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Grazie per quello che fate

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22 Settembre 2023

Nella 109ª Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, dal titolo: “Liberi di scegliere se migrare o restare”, condividiamo la testimonianza di padre Daniele Moschetti.

Padre, grazie per quello che fate”. Al saluto di un automobilista che ringrazia per la pulizia dei vialoni, padre Daniele Moschetti risponde con un sorriso. Periodicamente il sabato mattina a Castel Volturno, città sul confine tra Campania e Lazio, padre Daniele con i Comboniani e i volontari di diverse associazioni, puliscono strade piene di rifiuti. È una cura alla casa comune, come citano le pettorine arancioni che riportano una frase di papa Francesco. “La giornata ecologica è un momento per medicare le ferite della terra e incontrare chi vive qui”, spiega il missionario, barba grigia e sorriso cordiale, parlando ai passanti. Parrocchie, immigrati e missionari cercano di unire la frammentata periferia del casertano in cui la convivenza tra persone e natura non è facile.  

A Castel Volturno, nel 2008 furono ammazzati sei africani, un episodio che costò la vita a ragazzi venuti a cercare un futuro dignitoso. Buona parte del territorio è marchiato dall’incuria per l’assenza di un piano regolatore, causa di uno sviluppo edilizio fuori dalle regole. Oggi arrivano uomini e donne desiderosi di una vita dignitosa, specialmente dalla Nigeria. Negli ultimi trent’anni il loro numero è aumentato, e da luogo di villeggiatura famoso per le spettacolari pinete e la bellezza del mare e territorio, è diventato una città tra le più sature di manodopera extracomunitaria. “L’obiettivo è accogliere e legalizzare chi non ha documenti per dare la possibilità di farsi una vita con il lavoro. Serve una legge speciale per un territorio complesso”, sottolinea padre Daniele.

daniel

“Dovunque oggi in Europa è missione - chiarisce dalla spiaggia campana accarezzata da un vento tiepido -. La sfida più grande sono i migranti”. I Comboniani arrivano in Campania per costruire ponti. È un progetto che lo vede impegnarsi con i ragazzi. Servono spazi per i bambini, e così i missionari hanno pensato a un luogo per loro, il centro “Black and White”, un’occasione di aggregazione, studio e gioco grazie a un’associazione di volontariato nata nel 2001. “Avremo un campo di calcetto e pallavolo, ambienti colorati da giovani artisti perché il valore della bellezza è indispensabile”, descrive Moschetti. Laboratori di arte e doposcuola, si alternano alle aule per ragazzi sbarcati in particolare dall’Africa. Missionari e operatori fanno lezione d’italiano creando rapporti di amicizia con chi scappa dalla violenza.

“Dobbiamo denunciare l’uso di armi per costruire la pace, assurda bugia per chi vede i propri interessi invece del bene comune. Il naufragio a Cutro di adulti e bambini del febbraio 2023 è un episodio inquietante”, scrive sulla newsletter “blackandwhitecv.it”. “Di fronte alle sfide contemporanee e alle guerre, è necessario dare risalto ad un aspetto significativo della missione: la testimonianza della pace vissuta in prima persona nella certezza che Gesù ci ha comunicato”, spiega mentre si prepara a visitare gli ultimi in questa fetta d’Italia.

dentrotesto

In estate dopo “Oltre i muri”, la mostra che ha presentato i volti dell’emarginazione con i muri del mondo, continuano le attività di Casa “Black and White”, questo spazio nato per le attività di bambini e adulti, con i campi per i ragazzi, mentre a agosto un incontro unirà i giovani del nord (la terra di padre Daniele) al sud, in un laboratorio di solidarietà. I laici missionari comboniani invece, dal 20 al 26 agosto hanno partecipato alla condivisione di come la missione sia capace di superare barriere fisiche e psicologiche, favorendo l’accoglienza e l’integrazione tra i popoli.

(Tratto dall’articolo di Nicola Nicoletti).

 

Preghiera di Papa Francesco

Dio, Padre onnipotente,
donaci la grazia di impegnarci operosamente
a favore della giustizia, della solidarietà e della pace,
affinché a tutti i tuoi figli sia assicurata
la libertà di scegliere se migrare o restare.

Donaci il coraggio di denunciare
tutti gli orrori del nostro mondo,
di lottare contro ogni ingiustizia
che deturpa la bellezza delle tue creature
e l’armonia della nostra casa comune.

Sostienici con la forza del tuo Spirito,
perché possiamo manifestare la tua tenerezza
ad ogni migrante che poni sul nostro cammino
e diffondere nei cuori e in ogni ambiente
la cultura dell’incontro e della cura.

Daniele Moschetti

Nato a Castiglione Olona nel Varesotto, Daniele a 27 anni lascia l’azienda dove lavora, per la vita missionaria. Si impegna con extracomunitari e Rom all’Isolotto, un rione di Firenze dove svolge il postulato con i Comboniani, un ambiente multietnico in cui emergono emarginazione e povertà. Il cammino per il sacerdozio continua studiando teologia in Kenia, a Nairobi, vivendo nelle baraccopoli con padre Alex Zanotelli. Dopo lo studio e la missione in Kenya, a Korogocho, nel 2008 trascorre un anno sabatico in Palestina. Parte poi per il Sud Sudan nel 2011, quando il Paese muove i primi passi per l’autonomia dal Sudan, terra di San Daniele Comboni, il fondatore dei Comboniani. Viene inviato dai superiori negli Usa per portare all’Onu le esigenze degli ultimi, ma non ce la fa a stare lontano dai poveri. Finalmente tornerà a vivere la missione nelle periferie a Castel Volturno (CE).