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Fernanda

Missionarie di Maria Saveriane
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13 Outubro 2020

Siamo qui oggi, a celebrare in questa eucaristia la Pasqua della nostra sorella Fernanda Rizzonelli che martedì, 13 ottobre 2020, alle ore 11.30 del mattino, ci ha lasciate, dopo solo pochi mesi di malattia.

Oggi è il giorno del suo compleanno: avrebbe compiuto 78 anni, essendo nata a Crispiano (provincia di Taranto) il 15 ottobre 1942. Là ha trascorso i primi anni della sua vita e ha ricevuto il sacramento della fede: il battesimo.

Qualche anno dopo, la sua famiglia, composta dai genitori e una sorella, Alba, primogenita, si è trasferita a Roncone, in provincia di Trento. Con la morte prematura del papà (Tullio Pasquale), Alba e Fernanda sono vissute in collegio, mentre la mamma Giuditta provvedeva al loro sostentamento. Fernanda ha sempre nutrito profondo affetto per sua sorella, alla quale era molto legata, come pure ai suoi nipoti.

Ha vissuto la sua infanzia e la sua giovinezza tra le montagne del Trentino: là ha frequentato le scuole dell’obbligo, la scuola di avviamento professionale e poi, a Bologna, un corso per parrucchieri, esercitando in seguito tale professione.

Il 16 ottobre 1966 entra tra le Missionarie di Maria a Parma; concluso il percorso formativo il 2 luglio 1970, emette la prima professione.

Gli anni successivi le vengono affidati servizi interni alla famiglia: in Casa Madre e poi presso l’Istituto Missioni Estere dei Missionari Saveriani a Parma.

Destinata alla missione del Burundi, trascorre alcuni mesi a Parigi per l’apprendimento della lingua e poi ad Anversa, dove frequenta un corso di medicina tropicale con indirizzo in tecnico di laboratorio.

Tornata in Italia si iscrive a un Corso di Pronto soccorso all’Ospedale Gemelli di Roma, ritorna poi in Casa Madre per prepararsi alla partenza.

Il 22 marzo 1976 nella domanda rivolta alla Direttrice generale per l’ammissione alla professione perpetua, emessa il 19 giugno 1977 a Rumonge – Burundi, scriveva:

In questi dieci anni in cui ho vissuto l’ideale missionario, ho trovato in questa “Famiglia” la possibilità di poterlo vivere. È mio desiderio consacrarmi totalmente con la professione dei voti perpetui se voi e la comunità ritenete che possa farlo.

Sento tanto riconoscenza per tutti gli aiuti che mi avete dato e spero dal Signore la grazia di mettermi al servizio di questa Congregazione che amo, e dei fratelli.

Il 13 ottobre 1976 parte per il Burundi, destinazione Rumonge, dove una comunità di sorelle sta già operando; per alcuni mesi si dedica allo studio del kirundi, la lingua locale, poi inizia a lavorare prestando il suo servizio in Ospedale.

L’ideale missionario che si stava concretizzando con il suo arrivo in Burundi, si misura ben presto con problemi di salute. Il 28 gennaio 1979 deve rientrare in Italia, dove è sottoposta a cure e a diversi ricoveri. Occorrerà del tempo prima che Fernanda si riprenda e possa tornare a una normalità di vita che le permetta di offrire il suo contributo alla missione.

Nel mese di maggio del 1981, nonostante la salute ancora fragile, svolge un servizio come aiuto infermiera in Casa Madre. Negli anni che seguono viene destinata ad altre comunità: a Milano, poi ancora in Casa Madre, poi l’Istituto Missioni Estere a Parma. In settembre del 1988 viene assegnata alla comunità di Casa Madre, dove rimane fino alla sua morte.

Così la descrive una sorella entrata nella nostra Famiglia nello stesso anno:

Fernanda, una cara sorella che si è sempre contraddistinta per il suo silenzio, l’operosità e la sobrietà della vita. Una persona in cui non c’è stata finzione. Certamente non si perdeva in fronzoli, in cose di poco spessore o valore. Un desiderio, un sogno di bontà ha sempre orientato la sua vita e - forse - il sogno era tanto grande che non potendolo raggiungere totalmente un velo di sofferenza è spesso stato presente nelle sue giornate.

Il successo, il rumore, l’apparire non hanno avuto spazio nella sua vita che è sempre stata coerente, schiva, fedele a un rapporto vero con Dio e al servizio delle persone con cui e per cui ha vissuto.

Le sue parole - poche - erano vere, i suoi apprezzamenti graditi, perché segnati da verità e cordialità. La vita missionaria è stata sempre la leva di forza per poter superare gli immancabili momenti di difficoltà che ogni vita incontra.

Fernanda era una persona molto sensibile, acuta, intuitiva, con un’intelligenza pratica, attenta e premurosa soprattutto verso sorelle e persone con le quali aveva stretto un legame fedele e duraturo e dalle quali riceveva volentieri stima e affetto. Era una donna di fede e di preghiera ma queste dimensioni erano vissute nel profondo del cuore, con discrezione e sobrietà.

Nell’immaginetta-ricordo della sua prima professione, aveva scelto le parole del profeta Isaia: “Ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni… non temere perché io sono con te” (Is 43,1-5).

Quest’anno, il 2 luglio, insieme ad altre sorelle, aveva festeggiato il 50o di professione religiosa. Le avrà sicuramente richiamate alla memoria, custodendole nel cuore con riconoscenza. E anche in questi ultimi mesi in cui la malattia è giunta quasi improvvisa a bussare alla sua porta, la salda certezza della presenza del Signore nella sua vita le avrà dato forza e coraggio per affrontare con fede quest’ultimo tratto di strada. In queste ultime settimane, nonostante il male avanzasse, Fernanda non si è mai lamentata, sopportando silenziosamente e ringraziando le sorelle per le visite e il sostegno che riceveva.

GRAZIE FERNANDA per la tenacia della tua vita. Ora lo scrigno che ha raccolto tutto il tuo amare, il pregare, soffrire, donare, comunicare e accogliere, si è aperto totalmente alla luce del nostro Padre Misericordioso, Onnipotente ed eterno. Ti pensiamo nella sua Gloria, a godere il premio della serva buona e fedele. Prega per tutti noi, per i tuoi cari!

Parma, Casa Madre, 15 ottobre 2020