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Caterina

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13 Julho 2019

Nella notte tra il 12 e il 13 luglio si è spenta la nostra cara sorella Caterina Sias

Caterina nasce a Suni (Oristano), quinta di sei figli, il 6 agosto 1934. Cresce in  seno a una famiglia generosa che possiede bestiame e oliveti. Caterina ricorderà sempre con nostalgia la sua terra, la pace e la serenità respirata con i suoi.

Conosce le Missionarie di Maria e nel 1954, appena ventenne, entra in Congregazione a Parma, superando le resistenze del fratello maggiore che non accettava questa sua scelta.

Qui inizia il suo Noviziato il 2 luglio 1956 e due anni dopo emette la sua prima professione religiosa. Le sue compagne di professione poco a poco vengono inviate in missione mentre per lei non arriva mai il momento. Ogni partenza suscita in lei una grande tristezza. La pace scende nel suo cuore il giorno in cui, davanti al Crocifisso, le sembra di udire una voce interiore che illumina e dà senso al suo restare: “Tu sei qui per la mia gloria.” Questa frase lei la ripeterà spesso nei giorni della malattia.

Dopo la prima professione a Caterina è richiesto di svolgere servizi vari in Casa Madre e di lavorare come addetta alla cucina presso i Missionari Saveriani a Parma. Al momento di presentare la domanda per emettere la sua professione perpetua, vive un momento di grande incertezza. Caterina ricorderà sempre con emozione di aver sognato allora un Crocifisso. Tre volte nel sogno il Crocifisso le ha chiesto: Dimmi di sì e lei gli rispondeva sempre: No. Alla 4° volta ha infine detto il suo Sì. Con la stessa emozione ricorderà che Madre Celestina, la nostra Fondatrice, senza saper nulla di questo sogno, fa comperare per la sua professione perpetua un crocifisso con incisi 4 Sì, a indicare gli impegni di povertà, castità, obbedienza e missione che stava per assumere. Questo crocifisso lo porta al collo sino alla fine dei suoi giorni venerandolo come una reliquia della Madre. E’ così che Caterina emette la sua professione perpetua il 2 luglio 1964 nella cappella dell’Istituto Saveriano a Parma.

Negli anni successivi si rende utile svolgendo mansioni varie in diverse nostre comunità: Parma, Roma, Catania dove tra il 1967 e il 1970 ottiene il diploma di infermiera professionale, servizio che la sua salute cagionevole le permette di svolgere solo per breve tempo nella casa di cura dei Missionari Saveriani a Posillipo, Napoli. In seguito nelle nostre case si occupa di: cucina, guardaroba, portineria, parruccheria, mai tralasciando di uscire per il suo apostolato. Frequenta volentieri gli incontri del movimento di Rinnovamento nello Spirito nel quale trova sempre nutrimento per la sua vita spirituale.

Nel 1998 è assegnata alla comunità di Milano, in via Lulli, dove rimane ininterrotamente fino ad oggi. Caterina ama i contatti personali più che forme di apostolato organizzato. In questi contatti esprime al meglio la sua capacità di amicizia e il suo spirito di fede, riuscendo a fare tanto bene alle persone. Molti la ricordano per la sua partecipazione ai loro problemi e le sono riconoscenti per la preghiera con cui li accompagna. Svolge con amore il suo servizio di ministro dell’Eucaristia. E’ una presenza discreta e affettuosa. In tutti questi anni visita tante persone ammalate a cui, se lo desiderano, porta il conforto della Comunione. Dice a una sorella: “Con la mia timidezza non mi sento più capace di niente, invece in questo servizio mi sento portata da un Altro”.

In comunità si mostra persona molto sensibile, ma fa lo sforzo di non soffermarsi sugli aspetti negativi e non serba rancore. Dice “Bisogna dare alle cose il peso che meritano”. A volte manifesta forme di autoritarismo e di intransigenza, ma è pronta a chiederne scusa.

E’ donna di preghiera. Al centro delle sue giornate, l’Eucaristia e la recita del Rosario. Ama molto la Madonna. Dice che, da giovane, la sognava spesso. Due volte in vita ha avuto l’opportunità di fare un pellegrinaggio a Medjugorie e prende l’abitudine di pregare 4 Rosari al giorno a cui aggiunge la coroncina della misericordia. Negli ultimi anni comincia a perdere la memoria e ad avere fastidiosi capogiri. Accetta a malincuore di non fare più turni in cucina, perché ama molto cucinare.

Verso metà aprile 2019 compare l’ittero; il 24 aprile viene ricoverata presso l’Istituto clinico “Città Studi” per accertamenti e le viene diagnosticato un carcinoma delle vie biliari. Le sue condizioni si aggravano progressivamente. Di fronte alla malattia è “tranquilla e serena”. Non dà eccessivo peso ai suoi mali, si chiede solo perché tanta sfinitezza. E’ molto riconoscente verso chi la assiste e la visita. Fa sempre più fatica con la memoria, ma torna spesso sulle sue labbra il ricordo di quella voce “Tu sei qui per la mia gloria”. E’ animata dalla sua fiducia nel Signore: ancora fino a pochi giorni dalla morte canticchia il salmo 22: “Il Signore è il mio pastore”. Attende ormai che il Signore venga a prenderla, consapevole che la totale inappetenza la porterà in Paradiso.

Sino alla fine è stata assistita a casa dalla comunità e dal personale medico-infermieristico dell’Associazione VIDAS a cui va tutta la nostra ammirazione e la nostra riconoscenza.

Caterina ora ha sicuramente incontrato il suo Re e Signore che si compiace di colmarla  delle sue gioie più belle, e crediamo che, dal luogo di luce e di amore in cui si trova, continua a sostenerci con la preghiera.

Grazie, Caterina, per essere passata tra noi! Riposa in pace.