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Maria O.

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06 September 2019

Alle prime ore di ieri, 4 settembre, la nostra sorella Maria de Oliveira ha raggiunto la casa del Padre dopo alcuni mesi di malattia.

Se n'è andata, in silenzio come ha vissuto. Non siamo state testimoni dirette della sua malattia, ma lo siamo della sua vita. Maria era una persona che stava serenamente e in pace nella seconda fila, pur essendo competente in vari settori. Una persona che sapeva ascoltare e offrire amicizia.

La diagnosi di cancro alla coda del pancreas è arrivata come un fulmine a ciel sereno nel mese di marzo e in breve tempo Maria ne è stata consumata. Ci lascia una bella testimonianza di questi mesi trascorsi nella sofferenza ma anche nel sereno abbandono nelle mani di Dio. Da subito infatti non ha voluto che si pregasse per la sua guarigione ma perché sapesse vivere serenamente e senza rabbia anche questa nuova tappa della sua vita. Il Signore le ha fatto questa grazia!

Maria nasce il 18 maggio 1956 a Santa Mariana, Paranà (Brasile), la maggiore di sei fratelli: quattro donne e due uomini. All’origine della sua vocazione c’è la testimonianza di donazione della mamma, della quale Maria così racconta: “La vedevo sempre disponibile e pronta ad aiutare chi avesse bisogno. Si prestava a fare il bucato a famiglie in difficoltà, cucinava per loro, andava ad assistere gli ammalati soprattutto quelli soli e abbandonati, si impegnava in mille piccoli servizi a favore di tanta gente ... lo l'ammiravo molto, volevo come lei aiutare gli altri, ma sentivo il bisogno di essere libera per dare tutta me stessa e tutto il mio tempo. Un po' alla volta capii, attraverso gli avvenimenti, qual era la strada che il Signore mi stava indicando, ma non sapevo decidermi ... Mi impegnavo nella catechesi parrocchiale, nell'animazione dei gruppi giovanili, pensavo che potesse bastare, e invece avvertivo dentro un grande vuoto: no, non bastava, Dio voleva tutto!”

Nel 1974 entra così fra le Missionarie di Maria – Saveriane a Londrina, dopo averle conosciute a Jaguapitã, città in cui si era trasferita la sua famiglia. Gli anni di formazione, postulato e noviziato avvengono a Curitiba e Maria emette i suoi primi voti a Londrina il 2 febbraio 1979. Quest’anno Maria ha avuto la gioia di festeggiare il suo 40mo di professione.

Trascorre il periodo dei voti temporanei a Curitiba, dove frequenta la scuola di taglio e cucito prima come alunna e dopo come insegnante fino al 1983. Maria era una brava sarta e più avanti metterà queste sue doti a servizio delle donne nella Repubblica Democratica del Congo e in Burundi.

Dal 1983 al 1985 termina le scuole superiori a Londrina; emette la sua professione perpetua e parte per l’Italia, per conoscere i luoghi di origine della Congregazione. Dopo un tempo di studio del francese a Parigi, arriva nella Repubblica Democratica del Congo (all’epoca Zaire) nel settembre 1986. Così scrive rispetto alla sua destinazione per la missione: “Quando due Saveriane brasiliane mi raccontarono la loro esperienza di missione in Africa, sentii che anch’io sarei potuta andarci: chiesi di andare e mi fu concesso. Ero molto contenta. Sapevo che tanti Brasiliani avrebbero desiderato questo viaggio per ritrovare le loro radici, respirare il profumo della terra dei loro antenati, acquietare la sofferenza della loro storia dolorosa. [Maria stessa aveva sangue afro nelle vene] Soprattutto a Nakiliza, abbiamo fatto l’esperienza di essere in mezzo al popolo, abbiamo gustato la loro accoglienza. La gente era contenta di vederci camminare fra loro, mangiare quello che mangiavano; e di vederci unite fra noi, pur di diverse nazionalità”.

A Nakiliza Maria resta fino al 1994, quando viene assegnata alla comunità della casa di formazione a Bukavu. Il suo temperamento mite, il suo amore alla Famiglia Saveriana, la chiarezza dei valori e la sua abilità nelle cose pratiche sono state doti di grande aiuto per le giovani all’inizio del loro cammino.

Con lo scoppio della guerra, nel 1996 Maria rientra in Brasile. Viene destinata all’Amazzonia, nel Parà, dove rimane per dieci anni anche se il suo pensiero corre sempre al Congo e alle cose che avrebbe potuto imparare per poi trasmetterle al suo rientro. Lavora a Belém nel quartiere povero di periferia di Cabanagem dal 1997 fino al 2003, anno in cui viene assegnata alla comunità di Vila dos Cabanos in cui presta servizio nella “pastoral da criança”. Come già aveva fatto la sua mamma, Maria aiuta tante famiglie numerose, mamme giovani, adolescenti che si trovavano a vivere una gravidanza precoce ed è contenta di poter mettere le sue competenze a servizio della vita. Così scrive di quel periodo: “Vorrei che tutte le mamme potessero sentire quanta sollecitudine ha per loro il Signore”.

Nel 2007 Maria rientra in Congo e torna nella comunità della casa di formazione. Dal 2011 al 2013 presta il suo servizio missionario in Burundi nella comunità di Kamenge, alla periferia di Bujumbura. Così racconta: “Tutto ricominciava: la vidi come un’opportunità e capii che non potevo pensare di fare tutto io. La difficoltà della lingua mi mise nella condizione di chiedere di più aiuto. Collaborare è un privilegio che ho: non sapendo fare tutto, sono obbligata a ricorrere agli altri”. Maria era una sorella buona e umile. Per questo veniva molto apprezzata. In questi anni Maria ricopre anche il servizio di Consigliera di delegazione.

Nel 2013 ritorna alla casa di formazione di Bukavu, dove rimane fino al 2016. Durante questo periodo, Maria lavora nella pastorale carceraria, di cui dice: “All’inizio ero intimorita da questa proposta, poi l’incontro con i prigionieri si è rivelato una grazia. Loro mi hanno onorata della loro fraternità e testimoniato la fede pur in mezzo a tante sfide e difficoltà. Per parte mia ho potuto accompagnare quanti si impegnano nell’atelier di cucito e di bricolage. Abbiamo pregato insieme ed ho ascoltato e conosciuto tante loro storie”.

Rientrando in Brasile per un periodo di ferie, nel 2013 Maria ha la possibilità di trascorrere quattro mesi con la mamma anziana e ammalata: “Mi fu molto difficile lasciarla per ripartire – scrive -, ma lei fu più forte di me, mi incoraggiò e non pianse. Sentii che quella volta era stata la mia mamma a inviarmi. Aspettava il mio ritorno, ma non mi ha mai chiesto di anticiparlo per le sue fragili condizioni di salute, so che era contenta che fossi in missione. Anche i miei fratelli e sorelle mi hanno sempre incoraggiata e si sono presi cura di lei anche a nome mio”. Maria rientra in Brasile definitivamente nel 2016. La mamma era già deceduta.

Nel 2017 viene assegnata alla comunità di União do Norte, nel Mato Grosso, dove è rimasta fino a qualche mese fa, prima di ammalarsi.

Che cos’era la missione per Maria?

Lei stessa diceva: “Ci sono capacità diverse, c’è chi va e predica, anche questa è cosa buona. Nel mio modo di fare e di essere io, che non sono per le predicazioni, penso che missione è essere là con la certezza che io sono abitata e anche loro sono abitati da Dio: per questo è possibile vivere insieme, collaborare e accogliere le nostre diversità. Sento chiaramente che non sono andata perché hanno bisogno di me e questo mi ha aiutata non credermi indispensabile”.

Grazie Maria per la bella testimonianza di umiltà capace di cogliere la presenza di Dio tra la gente semplice! Ci lasci una preziosa eredità! Ora, Maria, tu che sei vissuta in punta di piedi, come chi la pace l'ha già trovata al di là dei successi umani, continua ad accompagnarci dal cielo regalandoci i segreti della tua serenità