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CAMMINANDO LA PACE

Simonetta Caboni
526
29 Novembre 2018

«Non c’è nessun cammino per la pace. La pace è il cammino», scriveva Gandhi, e noi vogliamo condividere il seme di pace gettato nei nostri cuori.

Per questo abbiamo svegliato l’aurora del 7 ottobre per unirci a 150 persone di Parma e arrivare fino ad Assisi, in marcia per la pace. Abbiamo camminato per trenta chilometri cercando di stare tutti allo stesso passo, aspettandoci per incontrare gente di tanti angoli del mondo.

Per condividere pace, il pomeriggio del 27 ottobre, in piazza Garibaldi a Parma, siamo rimaste accanto a tanti uomini e donne che, venuti da lontano, presto si troveranno senza documenti e non sapranno più dove andare. Molti dei volti incrociati ad Assisi erano anche là e così, dopo il pellegrinaggio, questo secondo appuntamento è stata l’occasione di una sosta per raccontarci le nostre storie.

Il 10 novembre, abbiamo camminato con i migranti lungo le vie centrali di Parma per sostare infine sotto la Prefettura e manifestare la nostra contrarietà al decreto immigrazione e sicurezza.

caboniPer ricordare che la pace è il cammino, il 17 novembre, in Piazza Garibaldi a Parma, abbiamo alzato le mani contro le leggi razziali del 1938 che hanno negato la pari dignità di tutti gli esseri umani.

Questo non basta, certo. Occorre che ciascuna di noi si apra realmente e sempre più alla fraternità universale con una crescente condivisione con gli ultimi.

Per coltivare la pace continuiamo a percorrere il suo cammino che è la via che mette sempre l’uomo al centro. L’uomo, con tutta la sua storia, il suo passato, il suo presente ed il suo futuro. Non c’è cammino per la pace là dove i passi sono resi incerti dalla paura. Non lasciamo nessuno spiraglio per far passare la pace quando siamo chiusi dalla paura del vicino, sempre diverso da noi perché ognuno ha la sua storia, eppure così uguale a noi perché siamo tutti umani, infinitamente amati da Dio.

Il Signore ci liberi dall’indifferenza che ci rende soli perché camminiamo insieme ai nostri vicini. Lasciamoci guardare e cerchiamo i volti dei nostri vicini con la speranza certa di leggervi lettere di pace spedite al nostro indirizzo…

 “Il tuo volto, Signore, io cerco;

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non nascondermi il tuo volto.

Se, oltre che al Signore,

fossimo capaci di dire anche al prossimo:

“Il tuo volto, fratello, io cerco;

non nascondermi il tuo volto”.

La causa della pace sarebbe risolta.

Riconciliamoci con i volti.

Col volto di ogni fratello, scrigno di tenerezze e di paure,

di solitudini e di speranze.

Col volto del bambino che già vive nel grembo materno.

Col volto rassegnato del povero, sacramento del Crocifisso.

Col volto fosco del nemico, redento dal nostro perdono.

Ci riconcilieremo così col volto di Dio,

unica terra promessa dove fiorisce la pace.”