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Navigando nei social? fate attenzione!

Licha Santiesteban
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30 Luglio 2018

Parlare del “continente digitale” - come lo ha chiamato Benedetto XVI - è riferirsi a un orizzonte ampio e pieno di novità.

Certi si immergono nei social media senza coscienza critica e senza sfruttare le ricchezze umane che essi offrono, altri li demonizzano, etichettandoli come spazi di evasione dalle responsabilità personali. Insieme ad altri ancora, anche noi, missionarie di Maria, vogliamo invece guardarli da vicino senza pregiudizi, conoscerli e imparare questi nuovi linguaggi e riconoscere le dinamiche positive o negative che fanno scattare.

Con occhio critico possiamo dire che la tecnologia, vanto dell’uomo moderno, è manipolata dai potenti per riempirci d’informazioni alienanti che non ci aiutano a riflettere e a coltivare in noi atteggiamenti di riconciliazione e correttezza. Gli eventi drammatici di ogni giorno, guerre, violenze, razzismo, ingiustizie, bullismo alimentano in noi sentimenti di impotenza e scoraggiamento, delusione e frustrazione. Se è così scarsa la fiducia nei rapporti interpersonali, come parlare di un Dio che non si vede ma che si fa presente nel fratello o sorella che abbiamo accanto?

Come missionarie abbiamo scelto la vita e vogliamo essere una voce che comunica speranza e coraggio, mettendoci in discussione e percorrendo nuove strade per favorire una vera comunione, animate dal nostro motto: tutti i mezzi e tutte le forze per la missione. Desideriamo risvegliare in chi ci legge o ascolta una riflessione sulla propria vita, perché ciascuno diventi strumento di pace.

Alla luce di Gesù, apprezziamo la bellezza dei nuovi strumenti digitali, col desiderio di umanizzarli, utilizzando le tecniche prodotte dall’intelligenza umana come strumenti di comunione e condivisione. Con sorpresa e ammirazione abbiamo conosciuto le varie piattaforme che favoriscono modelli di comunicazione, come Facebook, Instagram, Twitter, Youtube, una varietà di strumenti attraverso cui le persone esprimono il loro vissuto. “Conoscere e condividere diventano quasi i due respiri di uno stesso momento, come l’inspirare e l’espirare”, afferma Chiara Giaccardi.

Abitare questo nuovo continente è sempre un movimento riflessivo e non immediato. Se vogliamo che la nostra comunicazione sia efficace e porti vita, dobbiamo imparare anzitutto ad ascoltare tre voci: la nostra (cosa voglio comunicare? perché? a chi?), la voce della realtà in cui vivo (quali eventi mi interpellano? come mi provocano?), e la voce di Dio che illumina, consola, denunzia, annunzia ed è capace di trasformare la realtà.

Un mondo sta finendo, ma un altro sta cominciando a germogliare con tante modalità che possono produrre vita e nuove relazioni. Come sempre però, lo spirito del male non rimane inerte, si mette là dove l’amore vuole creare cose nuove, perciò siamo chiamati a vigilare sull’utilizzo di questi mezzi. Esiste il rischio di lasciarci prendere dell’incanto dei social, perdendo tempo in informazioni superficiali e negative, senza riflettere criticamente su queste cose.

Siamo invitati a umanizzare questi strumenti, perché diventino canali di amorevolezza in cui le persone si esercitino nella coerenza di parole e fatti, dove la vera condivisione avvenga senza blocchi falsi. Una delle sfide è la coerenza tra ciò che siamo e ciò che facciamo. Forse è per questo che papa Francesco è così amato e seguito anche sui mass media: è riuscito ad avere autorevolezza proprio perché quanto insegna, lo vive nella vita di ogni giorno.

Licha Santiesteban, saveriana messicana, dopo aver lavorato in Brasile, è ora incaricata, a livello di tutta la nostra famiglia missionaria, della comunicazione digitale, nuovo continente di missione.