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"Chi ha visto ne dà testimonianza"

Pe. Raniero Cantalamessa
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06 Aprile 2018

Incontrare personalmente Cristo è possibile anche oggi perché egli è risorto: è una persona viva!

《... La presenza sul Calvario del discepolo che Gesù amava racchiude uno speciale messaggio. Abbiamo tutti i motivi per credere che Giovanni aderì a Gesù quando era ancora assai giovane. Fu un vero e proprio innamoramento. Tutto il resto passò di colpo in seconda linea. Fu un incontro “personale”, esistenziale. Se al centro del pensiero di Paolo c’è l’operato di Gesù, il suo mistero pasquale di morte e risurrezione, al centro del pensiero di Giovanni c’è l’essere, la persona di Gesù. Di qui tutti quegli “Io sono” dalle risonanze eterne che punteggiano il suo Vangelo: “Io sono la via, la verità e la vita”, “Io sono la luce”, “Io sono la porta”, “Io sono”, e basta. Giovanni era quasi certamente uno dei due discepoli del Battista che, al comparire sulla scena di Gesù, andarono dietro a lui. Alla loro domanda: “Rabbì, dove abiti?”, Gesù rispose : “Venite e vedete”. “Andarono dunque e quel giorno rimasero con lui; erano circa le quattro del pomeriggio”(Gv 1, 35-39). Quell’ora aveva deciso della sua vita e non l’aveva più dimenticata. Giustamente ci si sforzerà, in questo anno, di scoprire insieme con loro, che cosa Cristo si aspetta dai giovani, cosa essi possono dare alla Chiesa e alla società. La cosa più importante, però, è un’altra: è far conoscere ai giovani ciò che Gesù ha da dare ad essi. Giovanni lo scoprì stando con lui: “gioia piena” e “vita in abbondanza”》

Per approfondire https://it.aleteia.org/2018/03/30/chi-ha-visto-ne-da-testimonianza/