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Ali nuove anche per noi

Teresina Caffi mmx
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19 Marzo 2018

Domenica delle Palme

Nelle parole di Marco appaiono i ricordi di Pietro, dolorosi e schietti. L’ingresso festoso in Gerusalemme e l’illusione che i ripetuti annunci della passione non fossero che un brutto sogno del Maestro.

Tutti lo acclamavano, dichiarando che era ben lui il figlio di Davide che viene nel nome del Signore. Un lieto fine alla coraggiosa avventura di seguirlo per le strade di Palestina. Acclamato il Maestro e partecipi della sua gloria i suoi discepoli più stretti.

Invece quel giorno era solo la porta su giorni di buio, di parole del Maestro non capite, di un addio che sembrava fuori luogo. L’annuncio del tradimento, il pane e il vino da lui dati con parole inaudite. E poi il Getsemani, la sua preghiera drammatica mentre il sonno prendeva i discepoli nell’anima e nel corpo, quasi un rifiuto di capire che il momento era giunto. L’arrivo notturno della folla armata, la fuga, mentre il Maestro era trascinato come un malfattore nel palazzo dei grandi. E il procedere inarrestabile degli eventi, le derisioni, i maltrattamenti, la flagellazione, il grido rovesciato del popolo che ora ne reclama la morte, la salita al calvario e la morte.

Certo costò a Pietro raccontare le sue vane promesse di fedeltà, la sua fuga, il suo seguire le cose a distanza, tremando alle frasi di semplici serve e servi. Quel “Non lo conosco!” dovette raccontarlo di comunità in comunità fra le lacrime, le stesse di quella notte appena il gallo cantò.  Siamo riconoscenti a lui che non si è nascosto dietro la sua immagine ormai venerata di capo della chiesa.

Ma pensiamo anche che solo l’incontro con un amore più grande della sua colpa lo ha reso capace di raccontarla senza esserne distrutto e di passare tutto il resto dei suoi anni confermando i suoi fratelli, perché reso solido dalla solidità del suo Maestro. Possiamo chiedergli di aiutarci a vivere così la Pasqua, nella verità di noi stessi e nella scoperta di un amore più grande che ci risolleva e ci dà ali nuove.