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Quello che il Padre desidera

Teresina Caffi mmx
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19 Febbraio 2018

Forse non è a caso che Marco sottolinea che l’episodio della trasfigurazione avviene “sei giorni dopo” (9,2) il fatto precedente, in cui Gesù aveva annunciato che alcuni avrebbero visto il regno di Dio venire in potenza.

Il settimo giorno è il culmine della settimana, che la comunità cristiana celebra come giorno della resurrezione di Gesù. E la trasfigurazione ne è l’anticipazione. Per questo i discepoli non dovranno parlarne finché tutto non accada, finché non si riconosca in Gesù non solo il risorto, ma anche colui che trova la vita al fondo del suo svuotamento, del dono totale di sé.

Pietro, Giacomo, Giovanni, i chiamati della prima ora, che hanno appena riconosciuto in Gesù il Cristo, il Messia (8,29) vengono condotti più lontano. Sulla montagna vedono la gloria di Gesù in mezzo a due antichi profeti, Mosè ed Elia. Persone che pure hanno compiuto, in fedeltà al Signore, un lungo viaggio. Persone che pure hanno fatto della fedeltà a Dio il fondamento della loro vita. Persone che hanno conosciuto la prova, lo scoraggiamento, ma hanno continuato il viaggio.

È solo per i tre discepoli che Gesù è trasfigurato dal Padre sul monte e la voce del Padre viene fatta ancora una volta intendere dai cieli a confermare che Gesù non è solo il Cristo, ma il Figlio diletto del Padre, colui che trasmette la Sua parola di verità? O con quel momento particolare il Padre ha anche voluto rinfrancare il Figlio, il cui orizzonte si andava facendo sempre più tempestoso?

Le folle l’avevano abbandonato, spaesate per i suoi discorsi esigenti e paradossali; l’astio e i complotti andavano crescendo attorno a lui. Mosè et Elia, esperti del viaggio, sono venuti forse anche a confortare lui, a dirgli: “Continua semplicemente, fino in fondo!”. Solo Gesù sa cosa ha significato per lui vivere costantemente con il pensiero dell’approssimarsi della morte violenta, anzi, andarle incontro nel suo viaggio verso Gerusalemme.

Insieme ai tre discepoli, anche noi lo contempliamo, riconoscendo che tre tende uguali sono improprie, perché Gesù è ben di più di Mosè ed Elia: è il Figlio diletto di Dio. Lo contempliamo nello splendore che traluce dalla sua ordinarietà e ci disponiamo a seguirlo e a fidarci della sua Parola confermata dal Padre. È tutto ciò che il Padre desidera.