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Donne e Vangelo

Giulia Pirovano
1437
03 Febbraio 2006

Dal Ciad

Da molti anni sono partita per l’Africa. In Burundi e nel Congo (ex Zaire) prima, poi in Camerun e Ciad tra i Masa, ho svolto e continuo a svolgere il mio impegno missionario soprattutto con le donne, condividendo con loro gioie e speranze.

Mi trovo attualmente a Koumi (Ciad.). Quella di Koumi è una comunità agricola. Nella zona ci sono ventidue villaggi abitati complessivamente da circa 46 mila persone, in maggioranza di religiosità naturale (animismo).

I cattolici sono circa un migliaio; un po’ meno i protestanti e i musulmani. Con i battezzati e i catecumeni memorizziamo la Parola di Dio, condividiamo la preghiera e insieme lavoriamo per aiutare i più poveri.
L’85% della gente è analfabeta. La percentuale di analfabetismo è più alta tra le donne e le ragazze. Una delle attività che svolgo da alcuni anni con loro è l’alfabetizzazione a cui lego anche corsi di animazione igienico-sanitaria e di puericultura.

La condizione della donna

La donna a Koumi, come in altri Paesi africani, è legata alla vita di tutto il parentado.
Con il contratto matrimoniale, concretizzato nell’offerta della dote alla famiglia della ragazza, essa, sposandosi, diventa un bene, ossia proprietà di tutto il clan del marito. Se quest’ultimo muore ella rimane al fratello di lui o ad altro parente prossimo.

Alla donna sono riservati i lavori più duri, oltre a quelli di casa, resi molto pesanti dalla situazione precaria delle abitazioni e dal sistema di vita. Ad esempio, per provvedersi d’acqua, ella deve percorrere tre o più chilometri di strada, reggendo il secchio sulla testa. È ancora la donna che macina con le pietre il miglio per preparare la polenta, cibo di base della famiglia. Anche trovare la legna per il fuoco è un’impresa non facile in una zona pre-desertica.

Ci sono poi i campi da coltivare, le gravidanze che si susseguono, i figli da crescere ed educare.. La donna qui è soprattutto madre e si sente realizzata e felice alla nascita di un figlio. Fino a tre anni il bimbo vive quasi in simbiosi con la mamma. La segue ovunque, legato sulla schiena o deposto su un panno o su un po’ di erba nel solco aperto del campo da coltivare.

Cammino di liberazione

Nel mio servizio missionario, cerco soprattutto di rendere coscienti le donne della loro dignità e di aiutarle ad essere buone madri nella cura ed educazione dei figli. Come ogni donna africana, le mamme di Koumi sono alla ricerca del meglio per i loro bambini, per questo molto attente alle novità. Grazie al loro impegno riescono a realizzare ciò che non avrebbero mai pensato di poter fare.

Il Vangelo memorizzato e la scuola di alfabetizzazione diventano come un lievito per lo sviluppo della loro personalità umana e cristiana. Ragazze e donne che prima non osavano aprire bocca in un’assemblea, ora si alzano e prendono con facilità la parola per testimoniare la loro fede.

Nei “saré” (piccoli villaggi) esse si impegnano con molta dedizione a far conoscere il Vangelo. Organizzano incontri di preghiera, mandano a scuola i bambini e sono le prime a interessarsi della campagna dell’acqua pulita e di tante altre iniziative di sviluppo. La Parola di Dio e l’Eucarestia domenicale le aiutano, con i cristiani e i catecumeni, a mettere da parte certe credenze e aspetti della cultura locale che sono un peso per tutti. Credere alla Parola di Dio, cercare di viverla concretamente diventa una vera liberazione. Anche la scuola aiuta le menti ad aprirsi alle novità e a migliorare la vita. Ci vorranno però ancora tempi lunghi prima che tutte queste nostre sorelle raggiungano la consapevolezza dei valori che portano in se stesse e attivino la capacità di unirsi, per far progredire le loro famiglie, i loro villaggi, il loro Paese.


Un messaggio per noi

C’è un messaggio importante che le donne ciadiane, come ogni donna africana, trasmettono a noi occidentali: la gioia di essere madri.
Da parte mia, sento il bisogno di dire grazie a tutte queste mamme africane per il loro coraggio, la loro amicizia e per ciò che mi testimoniano ogni giorno con la loro vita.

Il Signore, che ha voluto esprimere nella donna l’immagine del suo volto materno perché lo manifesti al mondo, perfezioni di giorno in giorno la sua opera, attraverso la forza creatrice della Parola e la condivisione fraterna della conoscenza.