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I giochi della Grazia

Maria De Giorgi
1508
01 Marzo 2006

Dal Giappone

Attualmente è raro sentir parlare di “grazia” e di “grazia di Dio”. Sono espressioni che sembrano cadute in disuso, che sanno di antico, superato, ma che esprimono una grande e meravigliosa realtà: l'opera di Dio nel cuore umano, l'azione del suo Spirito che nelle profondità della persona trasforma, risana, converte.

Contemplare tale azione nei cuori , non finisce di stupire e d'incantare.

In questi anni trascorsi al Centro di spiritualità e di dialogo interreligioso Shinmeizan, dove convergono persone con i più svariati cammini spirituali, ho potuto constatare personalmente quanto mirabilmente la grazia di Dio lavori nei cuori e quanto siano vere le parole della Gaudium et Spes , la Costituzione del Vaticano II sulla Chiesa nel mondo contemporaneo, quando afferma che la grazia di Dio lavora invisibilmente nel cuore di tutti gli uomini di buona volontà e che lo Spirito dà a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio conosce, con il mistero pasquale di Cristo (cfr. n. 22). Le testimonianze che seguono ne sono una prova.

Un meccanico tutto fare

Quando giunsi nel 1987 allo Shinmeizan per la prima volta, nella cittadina di Kikusui c'era un solo distributore di benzina con annessa un'officina meccanica gestita da Hiroaki Kobayashi, un giovane padre di famiglia. Cominciammo a rifornirci regolarmente di benzina presso il suo distributore e ben presto diventammo amici. Sempre disponibile e servizievole, il signor Kobayashi ci salvò in più di un'occasione: quando una ruota si bucò nel bel mezzo della strada di montagna lasciandoci a piedi; la sera in cui – dopo un tifone - in una curva stretta e scivolosa, la ruota scivolò nel fossato e la macchina dovette essere trainata fuori. Una telefonata al sig. Kabayashi ed eccolo pronto a venirci in aiuto generosamente e gratuitamente.

Dopo che la moglie lo abbandonò lasciandolo solo con il figlioletto di pochi anni, ebbe momenti molto difficili durante i quali, spesso, lasciava il lavoro per “rifugiarsi” qualche ora al nostro Centro per ritrovare la pace. Poi, improvvisamente il verdetto: un tumore al fegato in stadio avanzato che in tre mesi lo avrebbe portato alla morte.

Quando i suoi anziani genitori ci comunicarono la notizia, andai subito a trovarlo all'ospedale. Ne fu felice e mi chiese di tornare assieme a p. Franco. Chiese anche dei libri da leggere sul cristianesimo. Gli portai il “Racconto del pellegrino russo”, ma già la lettura era diventata una fatica troppo grande per lui. Del resto non c'era più bisogno di parlare, ormai. Ci si capiva nel silenzio.

Sapeva il suo destino e lo stava affrontando con coraggio, solo cercava una risposta al grande perché della vita e della morte. Me lo gridava con il suo sguardo muto e con la stretta di mano che, paradossalmente, diventava sempre più forte man mano che il suo fisico s'indeboliva.

Cominciai ad andare in ospedale quasi ogni giorno, anche per pochi minuti. Le infermiere mi dicevano: “Vieni ancora a trovarlo. Quando vieni tu o il Padre, si rasserena e rimane calmo per ore”. Accompagnammo così il nostro amico quasi in punta di piedi fino alla fine. Pochi giorni prima che entrasse in coma, ebbi la gioia di amministrargli il battesimo con il nome di Emmanuele, “Dio con noi”.

La grazia aveva misteriosamente toccato quell'uomo nel momento del dolore e Hiroaki che, senza conoscerle, aveva messo in pratica le parole del profeta Michea: “Uomo, ti è stato insegnato ciò che è buono e ciò che il Signore richiede da te: praticare la giustizia, amare con tenerezza, camminare umilmente con il tuo Dio” (6,8), andava incontro al suo Signore rivestito di quel nome nuovo, che lo aveva trasformato nel profondo. “Dio è con noi”, sempre, anche oltre la tenebrosa valle della morte.

Ora Emmanuele, primo ed unico cristiano della cittadina di Kikusui, riposa nel piccolo cimitero ai piedi della collina dove sorge il Shinmeizan, proprio al limitare della strada che percorriamo quasi ogni giorno. Ogni volta che passo, non posso fare a meno di salutarlo sapendo che egli è presente tra noi, ora più che mai, sempre pronto ad aiutarci nel momento del bisogno.

L'arte del pennello

Etsuku Kawaguchi è un'anziana insegnante di shodo , la calligrafia giapponese che tanta arte e pazienza richiede per scrivere i numerosi e complessi ideogrammi. Il termine giapponese shodo , che significa “via della calligrafia”, indica non il semplice fatto di scrivere, ma l'ascesi interiore legata all'arte dello scrivere. La signora Kawaguchi ha percorso questa via spirituale cercando di trasmetterne la segreta bellezza a tanti discepoli.

Alcuni anni fa, mentre cercava frasi particolarmente espressive da scrivere con il suo pennello, Etsuko scoprì la Bibbia e si appassionò alla sua lettura al punto che, alla bella età di 87 anni, cominciò a prendere lezione di inglese per approfondirne meglio il significato! Non contenta di questo, si avvicinò alla chiesa di Tamana, la nostra parrocchia, per conoscere più da vicino il cristianesimo. Da anni questa piccola comunità cristiana è senza parroco ed è seguita da p. .Franco che due volte al mese si reca per la celebrazione della Messa e il servizio pastorale.

Fu così che Etsuko, dopo vari colloqui con il Padre e un'adeguata preparazione, all'età di 90 anni, ha voluto essere battezzata con il nome di Anna. A chi le chiede perché ha scelto quel nome, risponde con una punta di arguzia: “Non è forse il nome della nonna di Gesù?”. I figli, che in un primo tempo hanno ostacolato la sua scelta, vedendola così felice e serena, ora accettano di accompagnarla ogni domenica alla chiesa, dove giunge sorridente e piena di gioia come una giovane sposa innamorata. L'incontro con la grazia sembra aver operato in lei il miracolo dell'eterna giovinezza.

Voglia di pregare

Miyamoto Akiko è una giovane sposa e madre che abita a Yamaga, una cittadina della provincia di Kumamoto non lontana dal Centro Shinmeizan.

Alcuni anni fa, invitata da un'amica, cominciò a frequentare i nostri ritiri mensili. Solitamente gli incontri iniziano alle 10 del mattino e terminano alle 3 del pomeriggio. Sono aperti a tutti, cristiani e non cristiani, e offrono la possibilità dell'ascolto della parola di Dio, dell'incontro con Lui nella natura, della preghiera silenziosa.

Quando la signora Miyamoto venne per la prima volta, disse a p. Franco che sentiva il desiderio di pregare, ma che non sapeva come fare. Il tema di quel giorno era il Salmo 139, “Signore, tu mi scruti e mi conosci”. P. Franco le suggerì di leggerlo lentamente e di provare a meditarlo .

Miyamoto ne fu così impressionata che cominciò a recitarlo ogni giorno, imparandolo a memoria. La grazia aveva toccato il suo cuore che si era lasciato plasmare dalla Parola. Per cinque anni ella partecipò fedelmente ai ritiri mensili, fino a maturare la decisione di ricevere il battesimo.

Cominciò allora la preparazione prossima che durò altri due anni, finché arrivò il giorno tanto desiderato: la notte di Pasqua in cui Akiko, immersa nell'acqua del battesimo, ne uscì rigenerata con il nome di Francesca Maria.

Ora la signora Miyamoto è diventata una delle nostre collaboratrici più attive. Per condividere l'immensa gioia della vita nuova che sente in sé Akiko Maria Francesca ha anche deciso di dedicare il tempo libero dalla cura della famiglia al servizio dei più deboli impegnandosi in una Casa di riposo per anziani.

Sono solo tre piccole storie che rivelano però quanto mirabile sia il gioco della grazia nel cuore umano.

Sì, “Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi e giungano alla conoscenza della verità”(1 Tm 2,4) e, per realizzare questo suo progetto, non si stanca di inventare e percorrere infiniti sentieri pur di attirare a Sé nell'amore.