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La dramma perduta

Tea Frigerio
1672
13 Marzo 2006

 “Quale donna, se ha dieci dramme e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo: Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dramma che avevo perduta.” (Lc 15,8-9)

Cominciammo la serata leggendo questa parabola del Vangelo di Luca. Una trentina di persone, in una sala della parrocchia.

Erano state invitate da Maria Pia e Sergio, una coppia di sposi, con i figli ancora piccoli, che hanno fatto un’esperienza di volontariato missionario in Rio Branco, capitale dello stato dell’Acre. 

Li avevo conosciuti ad una settimana biblica realizzata al CUM di Verona. Frequentavano il corso un centinaio di persone, richiamate anche dalla presenza di Carlos Mesters, noto specialista di Bibbia. Fra tanta gente che partecipava, il legame con quella coppia è stato subito di profonda amicizia. Ci univa l’incanto dell’esperienza ecclesiale brasiliana e l’amore per la lettura popolare della Parola di Dio.

Dall’amicizia a un invito: “Perché non vieni da noi a Valleggio? Pensiamo di iniziare un gruppo del Vangelo con persone amiche”.

E così eravamo lì, in una serata estiva, a chiederci quale ‘dramma’ abbiamo smarrito , come la donna della parabola evangelica, lungo la nostra vita di cristiani, e in che modo ricercarla.

Dopo la domanda, uno scambio di pareri, a due a due. Orientati dal tema proposto, è stato facile dirci che ciò che abbiamo perduto è la Parola di Dio, o meglio, non abbiamo l’abitudine di leggerla e di confrontarla con la vita. Che cammino fare allora per ritrovarla? È la stessa parabola che ci guida, indicandoci i passi da percorrere. La donna, prima di tutto prende coscienza di aver perso qualche cosa di importante. Quella perdita, la stimola ad agire. Accende la luce, spazza la casa anche negli angoli più oscuri, non desiste fino a che ritrova la moneta e l’allegria allora è tanta che sente il bisogno di esprimerla condividendola con le amiche.

La donna, nella percezione dell’assenza, si dà un metodo per ricercare ciò che è di profonda importanza nella sua vita e, ritrovata la dramma, celebra con le amiche. Dalla parabola si deducono momenti importanti anche per il nostro cammino. Sperimentare l’assenza, prenderne coscienza per mettersi in movimento, fino a trovare il modo di far entrare nel proprio quotidiano la Parola di Dio come luce, come specchio che orienta tutta la nostra vita. È un processo comunitario.

Alla fine della serata: animazione, perplessità, amicizia, desiderio di un’esperienza. Nel cuore di Maria Pia e Sergio, una speranza: formare un gruppo di lettura popolare della Bibbia con chi lo desidera, anche fosse un piccolo numero.

Dopo qualche tempo ricevo da loro una telefonata a Belèm. Nello scambio di notizie domando: “E il gruppo è cominciato?” Un dono, risultato di un impegno: “Un piccolo gruppo si riunisce ogni 15 giorni, stiamo muovendo i primi passi”.

Celebro anch’io quest’allegria: il ritrovamento della dramma perduta, della Parola di Dio, nella nostra vita.