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Nel nome un programma

Rosetta Mancini
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20 Giugno 2006

Da Tiradentes – San Paolo

Amore esigente è un movimento che, sorto negli USA, è stato diffuso in Brasile dal gesuita P. Haroldo, per venire incontro ai disagi e ai gravi problemi che toccano l’armonia delle famiglie a causa della tossicodipendenza, dell’alcool, delle difficoltà di relazioni tra coppie e tra figli e genitori.

Ho accennato altra volta come, dal 2001, con la collaborazione di alcune persone impegnate nelle nostre comunità, si è iniziato il gruppo anche nella nostra parrocchia a Tiradentes, periferia di San Paolo.

Da allora realizziamo riunioni settimanali e offriamo appoggio e solidarietà alle famiglie interessate. La nostra casa e il nostro telefono sono diventati un punto di riferimento per richieste di aiuto anche da parte di psicologi e di istituzioni governative che ci indirizzano i loro pazienti. 

Amore esigente nell’esperienza spesso sofferta di alcune mamme.

Da Neusa, una delle collaboratrici più attive

Il movimento, specializzato nel farci scoprire e valutare la perla preziosa che è ciascuno di noi con i suoi cari, ci dà forza per affrontare le situazioni difficili e cercarne insieme le soluzioni. Ci sentiamo inseriti in una nuova famiglia e con coraggio abbandoniamo comportamenti inadeguati, nel dialogo senza nascondere i nostri limiti. Agli incontri si parla dei drogati e dei loro famigliari. Ma esistono altre dipendenze più nascoste e altrettanto nocive. Nel gruppo di appoggio sto imparando a rinunciare a queste dipendenze subdole, per acquistare fiducia nelle mie potenzialità e diventare veramente libera di amare sia me stessa che gli altri. Il principio base del gruppo è quello di scoprirsi creature libere, amate in maniera unica e speciale da Dio, e d’imparare a irradiare la gioia di tale scoperta su chi ci avvicina”.

Da Joselia

“Pensavo di educare bene i miei figli; non immaginavo che avrebbero avuto a che fare con la droga e che mio marito si sarebbe dato all’alcool. È passato molto tempo prima che mi accorgessi di quanto stava accadendo.
Quando, per lavoro, dovetti assentarmi da casa, tutto peggiorò. Soprattutto il secondogenito toccò il fondo del pozzo, trascinando con sé tutta la famiglia. Tornando, mi resi conto della situazione e feci ricoverare il ragazzo in una clinica di recupero. Là mi dissero che era necessario partecipassi alle riunioni di un gruppo di appoggio per famigliari di drogati. Fu allora che conobbi Amore esigente. Cominciai così a capire che il mio modo di agire in famiglia era sbagliato: per educare, dovevo mettere dei limiti ed esigere che fossero rispettati. La nostra vita ora è migliorata.

Da Beatrice

“ Già da adolescenti due dei miei figli cominciarono a drogarsi. Mio marito ed io non sapevamo come comportarci. Attraverso un giornale, venni a sapere dell’esistenza del movimento Amore esigente a Campinas. Mi misi in contatto con P. Haroldo che l’aveva costituito.
Fu lui stesso che mi diede l’incarico di formare un gruppo simile a San Paolo. Gli inizi furono molto difficili, ma con la preghiera e la perseveranza il gruppo si impose e molte persone cominciarono a frequentarlo. I miei figli, ormai da dodici anni, hanno abbandonato la droga dopo le cure di ricupero e si sono messi a disposizione di chi ha bisogno di fare lo stesso cammino”.

Da Sonia, che ora collabora con Beatrice nel movimento

“Pensavamo di essere una famiglia ben strutturata, felice. Io insegnavo tutto il giorno e anche mio marito, ingegnere e amministratore di imprese, lavorava tutto il giorno. Ai figli davamo tutte le cose migliori. Ma un giorno, nel più giovane (aveva 17 anni), cominciammo a notare un comportamento anormale: tornava a casa a notte tarda, beveva, non studiava più. Quando scoprimmo che egli usava cocaina, il nostro mondo di famiglia perfetta improvvisamente franò. Con mio marito ci accusavamo a vicenda. Non servì ricoverare il ragazzo in una clinica, i problemi continuarono a lungo. Un giorno venni a conoscenza del gruppo Amore esigente e cominciai a parteciparvi. Appresi che anzitutto ero io che dovevo cambiare; gli altri potevo solo amarli. Cominciai così a modificare le mie abitudini. Anche mio marito, vedendomi cambiata, decise di partecipare alle riunioni. Ci appoggiavamo l'un l’altro per avere insieme più forza e coraggio.
Mio figlio non solo si è liberato definitivamente dalla droga, ma, assieme a suo padre, è diventato psicologo, specializzato in tossicodipendenza. Ora, sia noi che lui, frequentiamo il gruppo come coordinatori, per aiutare tanti altri”.

L’Amore esigente funziona!”