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Per seminare speranza

Silvia Marsili
1248
04 Ottobre 2006

Ottobre missionario: apparentemente una contraddizione.

Come se negli altri mesi dell’anno potessimo dimenticare il comando di Gesù di annunciare il Vangelo ad ogni creatura, d'essere testimoni di Lui fino agli estremi confini della terra.

Contraddizione solo apparente certo, perché la Chiesa in ottobre ci propone semplicemente e con forza di ricordare a tutte le membra del Corpo di Cristo il segreto del loro benessere: cooperare con impegno e creatività affinché Dio sia tutto in tutti.
Impegno di preghiera, impegno di sacrificio, di solidarietà, impegno di testimonianza e di promozione delle vocazioni.

Non solo per “gli addetti ai lavori”, cioè i missionari che partono verso gli altri a causa di Cristo e del Vangelo, ma per tutti coloro che sono stati battezzati e confermati e nei quali, per l’Eucaristia, scorre lo stesso sangue del Dio fatto uomo. Vale per tutti. Non possiamo starcene tranquilli nel nostro nido se, a duemila anni dall’evento Incarnazione, una gran parte dell’umanità non conosce ancora Cristo e le società di antica fede cristiana stanno perdendo il riferimento a Dio.

La coscienza ci brucia se pensiamo che, malgrado il numero dei cristiani mai come oggi così elevato nel mondo, si compiono ancora tante ingiustizie, si promulgano leggi inique, si uccide e si lasciano morire tanti innocenti di fame, di disperazione, di ignoranza…

“Se il sale perde il suo sapore con che cosa lo si salerà?”

In ognuno di noi il Signore ha posto una scintilla del suo amore e desidera che incendi il mondo intero. Spesso la spegniamo in noi con la mania di false sicurezze che poi ci “ubriacano”: possedere, accumulare, dominare… E diventiamo dei tristi cristiani.

Gesù, la sua Parola, il suo Regno sono il tesoro deposto tra le nostre mani, ciò che esiste di più desiderabile, perché è la chiave della gioia e della pace. 

La fede nel Dio d’amore, la possibilità di dare un senso pieno alla vita è quanto di più prezioso possiamo condividere con quelli che ci vivono accanto.
Spendere l’esistenza nel dono di se stessi senza ricercare narcisisticamente la “nostra realizzazione”, ma piuttosto il bene altrui, è capitalizzare vita eterna e contribuire alla creazione di cieli e terra nuovi.

È questo che ci fa star bene (anche quando siamo malati), in famiglia, al lavoro, a scuola, nello svago, in patria e in ogni angolo della terra.

Chiediamo il dono dello Spirito Santo perché c'infonda la sua sapienza, ci faccia riconoscere il nostro bisogno di conversione e ci renda strumenti di trasformazione del mondo.