Skip to main content

Un documento per Benedetta

Giovanna Porcu
1293
01 Aprile 2006

Da Abaetetuba – Brasile Nord

Mi capita spesso, lungo la strada che conduce alla periferia della città, d'incontrare persone che mi salutano con un gesto amichevole, un sorriso o un semplice sguardo. Donne divenute amiche perché ci conosciamo da anni mi fermano per scambiare qualche parola.

Altre mi invitano ad entrare nella loro casetta e stare un po' in loro compagnia.

Una di loro è Benedetta, donna esile, madre di sette figli, venuta dall'entroterra ad abitare nella periferia assieme alla sua famiglia. La prima volta che la vidi rimasi impressionata dalla sua magrezza. Era incinta. Mi fece cenno di entrare nella sua casetta fatta di poche assi. Subito mi vidi circondata da quattro bimbi, gracili come lei. Tutti mi guardavano come aspettassero qualcosa.

Benedetta mi disse con un sorriso velato di tristezza: “Oggi non abbiamo niente per sfamarci”. E aggiunse: “Mio marito è partito due settimane fa e non sappiamo quando ritornerà. Inoltre, nessuno di noi è registrato all'anagrafe. È come se non esistessimo, quindi non possiamo ricevere alcun aiuto”.

Rimasi in silenzio guardando il volto dei piccoli e della loro mamma. Non era una situazione nuova per me, dato che non era l'unica famiglia che abitava in condizioni precarie in quel “bairro”. Compresi che Benedetta non avrebbe potuto risolvere da sola il suo problema, anche perché analfabeta.

A darci una mano abbiamo invitato la signora Morena, una donna che frequenta la comunità cristiana. Ella prese a cuore la situazione di Benedetta e dei suoi bimbi e cominciò a passare da un ufficio all'altro a chiedere aiuti. Non sempre fu accolta. Fece molti viaggi, ascoltò promesse spesso vuote.

Alla fine, dopo due anni e mezzo di estenuanti attese e fatiche, Benedetta e la sua famiglia sono stati registrati all'anagrafe. Hanno ricevuto il certificato di nascita e cosi sono stati riconosciuti cittadini di Abaetetuba.

Benedetta è felice mentre mi mostra il suo documento: benedice Dio e lo ringrazia con il suo esile e timido sorriso.

Anch'io lo benedico per i prodigi che opera attraverso chi si fa strumento del suo amore.