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Un incontro che mi ha portata lontano

Eto Toshie Agnes Teresa, mmx
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23 Aprile 2018

Ancor oggi, dei giovani osano lasciare tutto affascinati da Gesù e dal suo vangelo. A Izumi, Eto Toshie Agnes Teresa, giapponese, ha fatto la sua prima professione come missionaria saveriana. 

Sono nata e cresciuta in una famiglia buddista molto devota. Dopo la maturità, mentre lavoravo, ho preso il diploma di infermiera e, per un po’, ho lavorato in un ospedale. In quel tempo, invitata da una mia amica, lei pure infermiera, sono andata in India, a Calcutta, come volontaria in un’opera di Madre Teresa.

All’inizio mi domandavo sempre, meravigliata, come potesse Madre Teresa fare un servizio così gratuito. Poi, partecipando alla Messa per il terzo anniversario dalla sua morte, ho capito che tutto quel servizio era per il Signore e questo mi ha molto commossa. In India, attraverso l’incontro con molte persone ed esperienze, ho incontrato il cristianesimo e ho ricevuto il battesimo.

Sperimentavo una gioia e una libertà del cuore che fino ad allora non avevo mai conosciuto e ho cominciato a pensare che non esistono solo le cose di questo mondo: ci sono cose più importanti. Dentro di me a poco a poco è andato cambiando il senso dei valori. Dopo il mio ritorno in Giappone, ho incontrato la nostra famiglia missionaria e ho deciso di percorrere anch’io questa strada.

A volte mi viene chiesto perché ho scelto una congregazione missionaria. A dire il vero, neanch’io lo so; mi chiedo spesso come mai, io che non sono portata a parlare davanti agli altri, sono stata chiamata in una congregazione missionaria. Tuttavia, nelle varie occasioni di esperienze che mi sono state date, un po’ alla volta sono riuscita a esprimere il mio pensiero e considero questo una grande grazia.

Ho anche imparato che la missione non è solo parlare ma trasmettere, e questo risuona nel mio cuore. In particolare, tornando al mio paese, dove non c’è nessun cristiano, sento fortemente in me la domanda: “Non ci sarà un modo di trasmettere loro il messaggio di Gesù?”.

Il giorno della mia professione ero molto emozionata, ma grazie all’humor del Padre che presiedeva la celebrazione, al momento di emettere i voti ho potuto farlo con pace e tranquillità. Tante persone hanno pregato per me e hanno festeggiato insieme: mi sembrava un sogno.

Nello stesso tempo sento un po’ di timore per la nuova vita e le responsabilità di essere missionaria religiosa che mi aspettano d’ora in poi. Da sola non avrei mai potuto arrivare fin qui. Ringrazio il Signore che mi ha guidata e gli chiedo la grazia di poter affrontare le sfide che mi si presenteranno. Chiedo anche a voi di pregare perché possa continuare il cammino che ho incominciato.