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Angela Maria Perrini è entrata nella gioia del suo Signore

Missionarie di Maria
1632
31 Dicembre 2017

Giovedì 28 dicembre, alle ore 20,40, dopo una breve malattia, la nostra sorella Angela Maria (per tutti Lina) Perrini ci ha lasciate per vivere quell’incontro col Signore a cui si era preparata e che desiderava.

Aveva 91 anni. Lina era nata a Locorotondo, in provincia di Bari, il 31 luglio 1926, da papà Vincenzo e mamma Rosa, seguita, cinque anni dopo, da un fratello, Loreto.

Aveva svolto un lungo impegno come animatrice missionaria nel suo paese, edificata anche dalla conoscenza del compaesano missionario don Francesco Convertini, oggi servo di Dio.

“Rivedo e ricordo – scrisse in anni recenti al notiziario del suo paese - tutte le persone che mi sono state vicine per aiutarmi e contagiarci per aiutare i missionari e le missioni…. Bellissime le giornate missionarie!... Rivedo ancora la gioia quando il pomeriggio tornavamo con i cesti vuoti dei ciclamini che avevamo colto nei boschi e offerto, ma pieni di quello che avevamo raccolto…”

Nel 1954, Lina ebbe l’indirizzo della nostra Famiglia missionaria e l’anno seguente, insieme a Clelia Rosato, venne a Parma per conoscerla. Nell’ottobre 1958, a 32 anni, superando la contrarietà dei genitori, venne a Parma per farne parte.

“Il 7 ottobre 1958 – ricordava - eravamo in due, la Madre ci ha accompagnato a inginocchiarci all’altare. C’era un canto e l’abbraccio di tutte le sorelle. C’era già Clelia… “Eravamo molto povere, ma ci sentivamo ricche perché avevamo con noi il nostro Padre e la nostra Madre, che vivevano per noi, con noi, come in una famiglia: le stesse preghiere, lo stesso cibo, lo stesso refettorio, tutte insieme. Erano sempre disponibili e pronti ad accoglierci a braccia aperte. Eravamo le loro figlie. E’ stato bellissimo.”

Nel 1966, Lina tornò in famiglia per sei anni, per assistere il papà anziano e ammalato. “Ciò costituisce per me un grandissimo sacrificio che accetto dalle mani del Signore con perfetta adesione alla Sua divina volontà. Cerco per parte mia di non perdere tempo e di fare anche nelle presenti circostanze quello che deve fare una missionaria”, scrisse alla direttrice generale.

Lina approfittò di quegli anni per proseguire i suoi studi, specializzandosi poi in taglio e cucito. Fu seguita e incoraggiata dai Fondatori, in particolare da p. Giacomo che più volte si recò a Locorotondo per il gruppo delle Associate. Lina fece la sua professione perpetua nel 1971 e l’anno dopo rientrò in comunità. Venne destinata al Congo e, dopo lo studio del francese, partì. Ricordando quel giorno, Lina disse a Federica, una giovane giornalista del suo paese:

“Sono arrivata in Congo in un giorno molto bello per me. Era il 22 agosto 1973, festa di Maria Regina. Lei è la Regina di tutte le missioni e le avevo chiesto di continuare a riempire la mia vita del suo Amore, di essermi di esempio di un ‘sì’ continuo, gioioso, totale alla volontà del Signore e di guidarmi con amore materno sulle nuove strade di cui suo Figlio mi faceva dono. Puoi immaginare con che rendimento di grazie abbia cantato il Magnificat quella sera con le Sorelle della mia nuova comunità. Ero in missione e per me era il grazie e il dono senza fine, il più grande”.

Per tredici anni, Lina visse a Kiliba, dedicandosi al lavoro di promozione delle ragazze e donne nel foyer e ricoprendo anche ruoli di responsabilità in comunità e nella Delegazione.

“Era proprio vero, non stavo più sognando… le mamme che arrivavano con i loro bimbi più piccoli, le giovani che venivano con la loro gioia di vivere…. Erano proprio loro! Ciascuna cercava di dare il meglio di sé… In me c’era il desiderio di donare, di condividere la mia esperienza, di amare a tutt’andare, senza misura”.

Nel 1986, le fu affidata la direzione della scuola professionale “Yano”, a Kamituga, che resse per circa dieci anni, impegnandosi nella preparazione tecnica, umana e cristiana di tante ragazze.

“Yano è una parola che nella tribù lega indica i riti d’iniziazione alla vita delle ragazze. Prendendo spunto dal profondo significato della parola e continuando il cammino formativo avviato, con un’equipe di dodici insegnati si cercava di preparare alla vita i ragazzi e le ragazze che s’iscrivevano alla nostra scuola, circa duecento ogni anno.”

In questo suo lavoro missionario, la sua comunità parrocchiale di Locorotondo le è stata sempre vicina: “… questa scuola è un po’ “du Curdun” (di Locorotondo). Avevamo aiutato per la sua costruzione nel periodo in cui ero a casa con papà ammalato. Quando sono arrivata in missione “tutt’ù Curdun” mi ha sempre seguita e aiutata. Se io sono stata dono per loro, è stato perché “U Curdun”, tanti “Curdunnis” sono stati particolarmente dono per me e per la mia missione.”

Col sopravvenire della guerra del 1996, Lina sfollò con la gente e le altre sorelle. Giunta a Kalima, raggiunse poi l’Italia. L’anno dopo tornò in Congo, a Kamituga, dove per un anno continuò il suo servizio alla Scuola professionale.

La guerra del 1998 costrinse le sorelle a lasciare Kamituga. Lina, giunta a Bukavu, venne destinata alla comunità di Mbobero, dove rimase per due anni, sempre impegnata nella promozione della donna. Nel 2000, entrò a far parte della comunità della delegazione, a Bukavu. Le forze erano ormai ridotte, ma ella continuò il suo impegno apostolico assumendo il servizio della scolarizzazione dei bambini poveri. Al contempo, era per tutte, specialmente per le giovani della vicina casa di formazione, una presenza materna e incoraggiante.

Il 21 luglio 2010, Lina rientrò in Italia, con il desiderio di spendere i suoi ultimi anni come membro del gruppo contemplativo, in Casa madre... Nei sette anni vissuti qui, ha testimoniato a tutti la gioia, l’entusiasmo della vocazione missionaria. “Realizzare la vocazione religiosa in una congregazione esclusivamente missionaria è stato uno dei più grandi doni della mia vita.”

Lina ha partecipato fino alla fine, aiutandosi con un deambulatore, alla vita ordinaria della comunità. Ha tenuto un vivo contatto in particolare con le giovani in formazione nei diversi continenti, le cui foto troneggiano nella sua stanza. Preghiera, scritti, incontri: le giovani hanno fortemente sentito l’amore di Lina per loro. E Lina restava in affettuoso contatto anche con chi aveva fatto poi una scelta diversa. Accompagnava con la preghiera e l’affetto anche le giovani in formazione di altre congregazioni, in particolare delle Suore Piccole Figlie.

“Con la mia fantasia e la mia inventiva cercherò di prendermi anche le “piccole” delle altre delegazioni e cercherò di allargare il cerchio fin dove il Signore mi farà dono di arrivare con l’aiuto del Suo Spirito.”

Lina ha molto amato la sua famiglia, la famiglia di suo fratello, che abita in provincia di Palermo, e ne è stata riamata. Ha avuto un rapporto particolare con il suo paese, Locorotondo, dov’era chiamata: “la nostra madre Teresa”. Benché da anni non avesse più potuto recarvisi, i contatti, epistolari e telefonici erano frequenti. Anche quest’anno aveva preparato tantissimi oggetti di decorazione natalizia che aveva spediti al gruppo missionario di Locorotondo per la vendita natalizia a favore delle missioni. Le sue mani non si sono mai fermate. Con grande creatività e con pochi mezzi, come un tempo aveva ricamato bellissimi corredini, creava piccoli oggetti decorativi, aiutata dall’amica Angela Davoli.

Lina ci ha lasciato una testimonianza di gioia nella sua vocazione, gioia dell’incontro con le persone, fiducia nei giovani a cui testimoniava la bellezza della sua vocazione. Questo si alimentava della sua fede e della sua preghiera. Quando, poco prima di Natale ha sentito le forze venir meno, ha detto: “Se il Signore mi chiama a far Natale con Lui è un dono; se mi lascia ancora qui, è pure un dono”.

Cara Lina, siamo certi che, presso il Signore, la tua gioia è diventata piena, anche per l’incontro con tante persone amate, e siamo anche certi della tua preghiera per la tua famiglia, i tuoi compaesani di Locorotondo, il Congo e il mondo intero. In particolare sappiamo che continuerai a essere vicina alle nostre sorelle giovani e a tanti giovani perché scoprano e vivano la bellezza di seguire Gesù con tutto il cuore. Grazie per il dono grande che sei stata per noi.