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Una gioia quotidiana che riempie la vita

http://www.merateonline.it
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04 Novembre 2017

Ottobre per la Chiesa è il mese missionario. Un periodo in cui le parrocchie si impegnano per ricordare i loro religiosi sparsi per il mondo in zone più o meno pericolose, ma pur sempre lontano da casa.

 Si susseguono raccolte fondi, momenti di incontro, testimonianze e o rassegne come quella appena conclusa dalla parrocchia di Merate "Vedere Lontano" che ha visto in cartellone al cinema alcuni film per presentare le nazioni in cui operano i missionari meratesi. Una finestra sulle realtà con cui ogni giorno i nostri concittadini si confrontano: Cuba (suor Anna), Brasile (Suor Carla) e Etiopia (suor Tilde).

Abbiamo chiesto a Suor Carla Zagato, dal Brasile, impegnata in queste settimane fuori casa per una "missione" nella terra a lei affidata, di raccontarci un po' lo spirito con cui affronta il suo servizio e il "senso" di tutto questo. 

Chi è suor Carla? 
Il mio nome completo Carla Zagato sono nata e cresciuta a Merate, fino all´eta di 21 anni quando sono entrata fra le Missionarie di Maria - Saveriane di Parma.Ho emesso i voti nel 1965, sono poi partita per il Brasile nel 1969. 

Cos'è la missione oggi, anno 2017, rispetto a quando ha iniziato lei? Sono cambiati i bisogni delle popolazioni con cui siete a contatto ogni giorno? 
La missione, come la Chiesa nel suo insieme, cerca di rispondere alle necessità della società e di ogni persona con la quale viene a contatto, in ogni tempo e luogo. Certamente in cinquantanni la società é cambiata e quindi anche il modo di fare missione. In certe regioni del Brasile, come credo in altre parti, la popolazione è uscita da una estrema povertà, pur continuando situazioni di urgenza. Ma sono entrate altre povertà che distruggono l´essere umano nella sua dignità di creatura fatto a immagine di Dio. 

Come si svolge oggi il "lavoro" del religioso, magari in terre dove non sempre la Fede è quella cristiana/cattolica? 
La missione nella Chiesa, oggi si realizza in modo ecumenico il più possibile. Cercando il bene comune per mezzo della testimonianza di vita. Sto tornando da una missione dove alla fine, noi stessi (religiose e sacerdoti) e la gente abbiamo potuto fare esperienza e quindi testimoniare tutta la bellezza e il valore della fraternità della vita e attività. Dove nessuno si è risparmiato ma si ha usato " Tutti i mezzi e tutte le forze per la missione" , così come dice il motto della nostra Congregazione. 

Oggi è più difficile rispondere SI alla chiamata o forse oggi c'è meno voglia di mettersi in gioco? 
Certamente l´individualismo, le comodità oggi possono impedire, ostacolare una risposta positiva alla chiamata missionaria, come alla chiamata per il matrimonio e altre: ogni vocazione ben vissuta richiede rinuncia e donazione. Ma il bello é la gioia che ne deriva da questo e che ti riempie la vita, anche senza soldi, cellulare, moto, macchina o altro che sia. 

E' più facile essere cristiani in occidente o nei paesi poveri? 
Oggi, in un mondo globalizzato, la missione è ovunque. Il cristiano per sua vocazione battesimale, è chiamato a vivere la missione, come testimonianza della sua fede in Gesù Cristo morto e risuscitato, là dove la vita lo ha posto, ma sempre con gli occhi, la mente e il cuore aperti sul mondo, per collaborare alla costruzione del REGNO che è VITA per tutti.

Il lato bello della missione e quello "oscuro" (se c'è) e quale è il carburante nelle situazioni più buie?

Momenti belli la vita missionaria ne offre tanti. E più sono gli anni ....più sono questi momenti. Ultimo in ordine di tempo: questi giorni vissuti fra la genti in modo cosi particolare e intenso, quasi di non aver tempo di dormire come Gesù.

Tutto questo però è possibile se l'inviato non si dimentica e non si separa di Colui che l'ha inviato. Così oltre alla preghiera comunitaria, la preghiera personale, la preghiera del cuore, è necessaria come l´aria per respirare e vivere. Questo ho imparato dalla vita di una mia cara amica anch'ella religiosa e dalla vita personale in questi lunghi anni di missione.