Il comandamento nuovo
Il 16 settembre di quattro anni fa moriva il saveriano padre Amato Dagnino, uomo di grande statura spirituale, formatore e accompagnatore spirituale di generazioni di missionari e missionarie e di tante persone che hanno trovato in lui e nei suoi libri orientamento per vivere con umanità e radicalità l’essenza della vita cristiana.
Esemplificherò citando i cosiddetti ‘gesti’ della vita cristiana: amare ‘cristianamente’ vuol dire ed esige salutare-stimare-amare anche chi non saluta-stima-ama; andare per duemila passi con chi ci perseguita per duecento; dare anche la tunica a chi ci chiede il mantello, offrire la guancia destra a chi ci percuote sulla sinistra; prestare senza esigere interesse; non sapere la destra ciò che fa la sinistra; far piovere sia sul campo di chi benedice come su quello di chi maledice; non solo perdonare ma amare i nemici, curare l’aids e il lebbroso, amare il carcerato, essere fedeli allo sposo anche quando s’ammala, si ubriaca e va in prigione. In una parola: il cristiano deve tendere a essere perfetto come è perfetto il Padre suo che è nei cieli. Credo sia utile concludere ricordando le celebri parole di Cristo ai suoi: «Vi do un comandamento nuovo, che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi » (Gv 13,34). (A. Dagnino, Il cantico della comunità cristiana, Paoline, p. 28)