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Ad Gentes

Milena Santi
1087
04 Ottobre 2006
Il 2 luglio 2006, con la prima professione, Milena si è consacrata al Signore per la missione ad gentes. Le Facciamo alcune domande, Milena riflette e risponde.
  • Che cosa ti ha fatto desiderare di emettere i voti nella nostra Famiglia Missionaria?

Durante un campo scout ci è stato proposto un brano del profeta Isaia che per me è stato significativo: “Non temere…ti ho chiamato per nome: tu mi appartieni (Is 43,1).

Queste parole le sentivo rivolte a me in modo particolare e mi trasmettevano un senso forte di protezione e di fiducia nel Signore. Guardando alla mia storia non potevo non riconoscere i tanti segni della tenerezza con cui Egli si stava prendendo cura di me.

Ma allo stesso tempo quel “tu mi appartieni” andava al di là del sentirmi nelle mani di Dio: diventava per me un invito ad appartenere solo a Lui e a nessun altro.
In quel periodo si stava facendo forte in me il desiderio di un’esperienza prolungata in missione, perché mi sembrava troppo poco dedicarvi solo il tempo libero. Mi guardavo attorno cercando di capire cosa mi stava chiedendo il Signore, ma avevo chiaro una cosa: la mia vita doveva essere a disposizione del Signore e della missione. Non sapevo che passi fare concretamente e ne parlai con l’assistente degli scouts e con un padre saveriano originario del mio paese e di ritorno dalla Sierra Leone: fu lui a propormi di conoscere le saveriane. Nella prima visita a Parma mi aveva colpito la semplicità con cui ci avevano accolto e mi sembrava di intuire che si volevano bene come una grande famiglia. Dopo qualche mese iniziai con loro il cammino di discernimento e la pace che sentivo dentro mi confermava che non era per caso che le avevo conosciute. Tutto per la missione, ma vivendo insieme, come sorelle: per me è un dono grandissimo che ancora non ho finito di scoprire.

Che cosa vuol dire oggi per te vivere la consacrazione per la missione?

Per me significa mettere a disposizione del Signore tutto quello che sono, perché ogni persona possa essere raggiunta dalla sua Parola e sentirsi amata da Dio.
In questi anni è cambiato molto quello che io intendevo per “missione”: prima per me significava soltanto attenzione speciale per i poveri ed era limitata a certe zone geografiche. A questa convinzione, negli anni, se ne sono aggiunte delle altre: mi sono resa conto che invece ogni persona – io per prima – è “terra di missione”, che ha bisogno di aprirsi al Signore e lasciarsi trasformare dall’incontro con Lui.

E allora ogni luogo e ogni incontro diventano occasione per lasciarmi evangelizzare e allo stesso tempo per testimoniare il suo amore fedele e singolare verso tutti.