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Comunità vive

Luciana Noro
1261
01 Marzo 2006

Come negli Atti degli Apostoli. Sono stata inviata, con altre sorelle missionarie, a lavorare in una zona disboscata dell'Amazzonia, dove migliaia di persone arrivano dagli Stati più poveri del Brasile alla ricerca di lavoro.

Fuggono da situazioni di miseria materiale e morale e s'installano alla bell'e meglio, vivendo spesso in disparte senza conoscersi tra loro, anche perché a volte sono pregiudicati e ricercati dalla polizia.

La grande fabbrica di alluminio dove sperano di trovare occupazione sorge presso Vila dos Cabanos, il villaggio dove abitiamo. Non esistono veri nuclei familiari. Alcool, droga, violenza sono all'ordine del giorno.

In questi anni la nostra Chiesa ha scelto di studiare gli Atti degli Apostoli come guida nel cammino comunitario verso Cristo. Anche quelle degli Atti non erano comunità perfette, ma comunità con tutti i problemi della Chiesa dei primi tempi.

Come missionarie siamo chiamate anche qui a collaborare con la grazia di Dio alla nascita di comunità cristiane e ad aiutare ogni persona a scoprirsi amata dal Signore così com'è, dotata di doni da mettere a servizio degli altri. Sentiamo che è nostro compito non condannare, né escludere o vivere in cerchi ristretti di persone per bene, ma offrire a tutti ragioni per sperare. E' un lavoro fatto attraverso il cuore. Si cerca perciò di amare, di interessarsi di ciascuno di loro, in modo da scoprire e valorizzare possibilità anche nascoste, perché tutti possano vivere dignitosamente e mettersi a disposizione della comunità.

Ecco qualche esempio:

- Maria ha quattro figli, ognuno da un uomo diverso. Vive assieme alla mamma anziana che la umilia continuamente perché le ha portato in casa quattro bocche da sfamare. Non parla, sembra non capisca; le donne del vicinato la deridono. La invito a partecipare alle celebrazioni domenicali della Parola e a far parte di un gruppo di mamme che s'incontra per eseguire piccoli lavori manuali, ad esempio dei ricami.. Accetta, ma rimane isolata finché non si sente ben voluta dalle altre. Oggi Maria ha la possibilità di vendere in Belém i suoi ricami all'uncinetto e di comperare cibo per la famiglia. Sta imparando a leggere, è entrata attivamente nella comunità e sa valutarne con criterio e intelligenza le vicende. Ora è lei che va incontro alle mamme bisognose.

- Marco sottrae i pochi soldi della cassa comunitaria. E' intelligente e sa parlar bene, ma nessuno lo vuole più. Chiedo a Luigi, il coordinatore, che lo inviti a un corso per catechisti. Anche Luigi sulle prime è titubante, non si fida, ma poi gli fa la proposta. Oggi Marco, trasformato, ha assunto la responsabilità della catechesi e aiuta come catechista anche altre comunità più lontane. Dice con entusiasmo: “Adesso mi sento anch'io missionario”.

- Luisa è malvista da tutti: pratica aborti, migra di setta in setta e, per sopravvivere, ruba. Parlo di lei ai responsabili della comunità, che con fatica accettano di lasciarla partecipare alle loro riunioni e attività; è una donna intelligente, dotata, potrebbe aiutare. Le danno fiducia e la mandano, con altre due catechiste e due giovani, a formare un nuovo nucleo comunitario a 15 Km da casa sua. Non sono mancati i problemi, ma oggi anche là, dove non c'era niente, è sorta una vera comunità, che si prende cura dei bambini, dei malati, dei poveri e celebra le liturgie domenicali.

Con gioia vediamo che molte persone, in principio giudicate inaffidabili, si impegnano a camminare con Cristo, oltre i propri limiti, peccati e preoccupazioni, quando si sentono amate e valorizzate. Anche con loro possono nascere comunità missionarie, vive come quelle degli Atti degli Apostoli, diverse forse da come le avremmo pensate noi; ma attente e aperte agli appelli dello Spirito che tocca e trasforma.

La misericordia di Dio sa operare meraviglie.