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Da Parigi

Elisabete M. Espinhara
1240
29 Aprile 2006

Scrive  Elisabete

Abitavo a Santa Mariana (Paraná-Brasile), la stessa città dove sono presenti le Missionarie Saveriane.

Mi aveva colpito la loro maniera di annunciare il Vangelo, di stare in mezzo alla gente con uno stile semplice di vita. Credo siano state queste le prime cose che hanno suscitato in me il desiderio di consegnarmi anch’io a Cristo. Una sorella in particolare mi ha fatto conoscere più da vicino Gesù, Missionario del Padre. Di Lui mi sono innamorata.

In famiglia non hanno capito subito la mia scelta. Ci sono voluti alcuni anni, perché Dio smuovesse i loro cuori.

Oggi i miei genitori sono felici della mia vocazione, anche se è ancora difficile per loro accettare che io vada a vivere in un paese lontano. La mamma mi ha detto: ”Penso sarebbe meglio che ogni missionaria annunciasse il Vangelo nella propria terra”. Però mi ha lasciata libera di seguire la mia strada. In questo periodo sono a Parigi a studiare il francese: è un momento particolare della mia vita.

Sento che anche qui il Signore mi è vicino e mi accompagna. Sto sperimentando come è grande il suo amore per noi. È Lui che ci ha voluto missionarie cosi come siamo, per inviarci ad annunciare il suo Vangelo.

Mi aspettano in una comunità del Ciad. Sono emozionata nel pensare a questa destinazione. Provo molta paura, ma nello stesso tempo ho anche una gran voglia di andare.
“Il santo è quello che ha paura di camminare, però cammina”. Queste parole che Madre Celestina Bottego ci ha lasciato, ora mi aiutano a comprendere che la missione è di Dio, non nostra.

Lui provvederà a tutto quello di cui ho bisogno per realizzarla, poiché me l’affida. Sono quindi serena e fiduciosa.