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Donna, sotto quel sacco, sei il grande carro armato della vita contro i carri armati della morte

Teresina Caffi, mmx
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05 Marzo 2018

Nell’avvicinarsi del giorno internazionale della donna vogliamo condividere con voi una riflessione sulla donna congolese, della nostra consorella Teresina Caffi che da tanti anni lavora nella Repubblica Democratica del Congo, a Bukavu.

 Lo scritto risale a qualche anno fa, ma è tuttora attuale:

“Donna congolese: chi giunge per la prima volta nell’est della Repubblica Democratica del Congo resta stupito al vederti – anzi al non vederti perché ci scompari sotto – camminare sotto il peso di enormi sacchi. Basta considerare il contenuto ad occhio e croce per accorgersi che, spesso, il sacco pesa più di te. Quella della tua fatica è la risorsa profonda che metti a disposizione della vita, quando i campi non ci sono più o non bastano, quando il commercio anche piccolo ti è impossibile. La tua corda, che stringerà a te, per un percorso spesso lungo e in salita, un grande sacco.

Meglio di un camion, perché tu costi meno. E il tuo servizio è più pronto, più personale, perché sei lì, all’approdo delle piroghe cariche di sacchi e subito, a domicilio o al mercato, trasporti il peso dove l’acquirente desidera.

Non c’è mai problema di carenza di servizi, anzi, bisogna alzarsi presto per poter essere in prima fila all’arrivo delle piroghe. Se no, si attendono altri turni, se va bene. La meta guarda alla fine della giornata: avere a sera uno o due dollari per passare al mercato delle ore buie, il mercato di chi come te non ha guadagnato prima, per comprare quella che sarà la cena e forse l’unico pasto dei tuoi figli che troverai addormentati.

Quello che la prima vista del turista non coglie, è quello che ci sta, sotto quel sacco. Il tuo cuore di donna, la tua resistenza tenace contro tutti gli attacchi dei grandi contro la vita. Il tuo sorriso. Sotto quel sacco, tu sei il grande carro armato della vita contro i carri armati della morte. Quelli di coloro per cui la vita è una ricerca di profitto con ogni mezzo, quelli che fanno politica per i propri interessi, quelli che spremono te e la tua famiglia per ogni bisogno: dal cibo per l’esercito, al salario degli insegnanti, alle spese per ogni tipo di cura, al profitto dei funzionari, al bottino per ogni bandito, di cui nessuno s’occuperà.

Carro armato della vita contro chi, da lontano, affamato di materie prime a basso costo ancor più ora in tempo di crisi, dispone a piacimento della terra dei tuoi antenati e di chi la abita. Tu, dell’ingranaggio mondiale, tante cose le capisci, altre forse non le conosci. Sai solo che bisogna combattere per la tua fedeltà alla vita.

Mangeranno, i tuoi figli, a sera, e tu sentirai che anche per quel giorno la tua battaglia è stata vinta.

Donna congolese, circondata di figli, le cui nascite vorresti anche tu un po’ distanziare, donna dell’estrema pazienza. Donna che a ciascuno di loro sai parlare con austerità affettuosa. Donna che sai tutto prevedere, tutto tollerare, tutto sopportare.

Donna che se il marito ti è accanto, bene, se no vai avanti come un rompighiaccio. Donna in cui l’esser madre non spegne l’esser donna. Capace di trovare un piccolo angolo anche per la tua bellezza: una treccia aggiunta, un piccolo monile di quelli che ti compri tu stessa dal rigattiere.

Donna, capace di ridere quando uno si domanda come sia possibile. Capace di lottare e rispondere forte, come celando i tuoi toni pacati e il tuo sorriso. Capace di dibattere, discutere, lottare quando si tratta di far valere i tuoi pochi soldi per i bisogni essenziali dei tuoi figli e tuoi.

Donna che chiedi a me, suora, di pregare per te. Come dirti che quel Dio che prego ha più il volto tuo, anche lui accanito a proteggere la vita di un popolo aggredito da fiere avide? Come dirti, anzi, che è lui che ruggisce in te il diritto della vita per le sue creature?”

Teresina Caffi, mmx

        Bukavu, RD Congo, 31 luglio 2012.